Tassa contro i turisti "ciabattoni": accordo con gli hotel che diventano "responsabili" dei clienti

Sabato 2 Febbraio 2019 di Nicola Munaro
Tassa contro i turisti "ciabattoni": accordo con gli hotel che diventano "responsabili" dei clienti
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VENEZIA - Ora che il rettilineo finale del regolamento della tassa di sbarco è stato imboccato, l'idea è di trasformare il pagamento dell'obolo approvato sullo scadere del 2018 dal Parlamento in un'occasione per far rispettare Venezia e, insieme, educare chi si presenta tra calli e campielli come fosse sul bagnasciuga attraverso degli accordi con gli hotel della Città metropolitana e del litorale. Responsabili diretti, così, dei comportamenti dei propri clienti. D'altronde il segnale da Ca' Farsetti era stato chiaro fin da subito: i soldi incassati sarebbero serviti per la manutenzione e il decoro della città. E lo stesso ticket d'accesso sarebbe stata l'occasione giusta per sensibilizzare i turisti alla fragilità di Venezia. Con tutto questo a fare da fondamenta, la Giunta guidata da Luigi Brugnaro (prima) e il Consiglio comunale (poi) sono pronti ad inserire nel regolamento della tassa di sbarco, un protocollo «anti-degrado». 
 
L'ACCORDOCome? Tutto nasce dalla richiesta dei comuni della Città metropolitana di prevedere sconti o agevolazioni per i turisti di stanza nei loro hotel e che decidono di passare una giornata all'ombra di San Marco. Gli sconti ci saranno, a patto che gli alberghi responsabilizzino i loro ospiti su come comportarsi a Venezia. Di fatto il Comune di Venezia darà la propria disponibilità a firmare convenzioni con le singole strutture alberghiere della Città metropolitana. In base a questo accordo privati-Comune, ogni cliente che alloggerà in quegli alberghi si vederà dimezzata la tassa d'accesso al centro storico di Venezia (divisa in quattro categorie variabili in base alle stagioni, dai 3 ai 10 euro, ndr). 
In cambio di questa speciale agevolazione, Ca' Farsetti però chiede che siano i singoli hotel a prendersi carico di educare i clienti al rispetto della città, avvertendoli di presentarsi a Venezia con abiti decorosi, ad esempio senza infradito, ed evitando - tra le altre cose - di trasformare le fondamenta in spiagge improvvisate. Ma anche di portarsi il pranzo al sacco (bandito, ovviamente, pure il pocket lunch fornito dalle cucine delle strutture) per consumare così quanto offerto dalla ristorazione cittadina. Se poi qualcuno di questi clienti dovesse essere pizzicato dalla polizia a infrangere le regole del vivere civile, ecco che la convenzione con la struttura alberghiera potrebbe essere messa in discussione. Proprio nell'osservanza di quel dettame che la Giunta Brugnaro si è dato, e cioè che la tassa di sbarco debba servire a rilanciare Venezia sotto tutti gli aspetti. Anche quello della civiltà dei suoi turisti. Un accordo che, se funzionante, potrebbe essere allargato a tutte le strutture alberghiere venete.
L'AREA CIntanto lunedì mattina arriveranno in Giunta due delibere parallele: la prima avrà come spina dorsale il regolamento della tassa di sbarco, mentre la seconda riguarderà la contestuale istituzione di un'area a traffico limitato e a pagamento sul ponte della Libertà, a partire dalla zona dei Pili verso la città, dal momento che le auto private dei turisti non sono considerate dei vettori. 
E quindi non sono soggette alla tassa.

In pratica si tratta di una riproposizione dell'Area C da anni in vigore a Milano. Nelle delibere, poi, anche il software studiato dal Comune con cui ottenere le esenzioni dalla tassa previste per i veneti e per chi raggiungerà Venezia non per svago.

Ultimo aggiornamento: 11:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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