Tar Veneto, il presidente Nicolosi: «Ancora troppe leggi e scritte male»

Mercoledì 15 Febbraio 2017 di Roberta Brunetti
Tar Veneto, il presidente Nicolosi: «Ancora troppe leggi e scritte male»
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VENEZIA - Una giustizia amministrativa che lavora «a ranghi ridotti» per i buchi di personale. Ancora alle prese con il calo dei ricorsi, legato alla crisi e all’«eccessivo costo» di questo contenzioso. Mentre a complicare la vita dei giudizi ci pensano anche le leggi che non solo cambiano di continuo, ma sono pure scritte male. È un quadro problematico quello delineato ieri dal presidente del Tar del Veneto, Maurizio Nicolosi, all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Una cerimonia tenuta anche quest’anno nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista perché la sede attuale di palazzo Gussoni non ha spazi adeguati e ha pure problemi di riscaldamento. Su questo fronte, almeno, una soluzione è stata trovata. Nicolosi ha annunciato che la nuova sede del Tar del Veneto sarà l’ex convento di Santo Stefano in campo Sant’Angelo. «Occorreranno, tuttavia, non meno di tre anni di lavori».

Sul fronte dell’attività del Tribunale amministrativo regionale, il 2016 ha segnato, dopo la lieve controtendenza del 2015, la ripresa di quella discesa dei ricorsi iniziata nel 2009. Meno 13%. Troppi alti i costi della giustizia amministrativa, in un periodo di crisi che «ha pesantemente condizionato negli anni precedenti la capacità di spesa dei cittadini» ha annotato il presidente. Complessivamente, tra sentenze ed ordinanze, il Tar ha prodotto 2.164 provvedimenti decisori. E se l’arretrato era di 7.482 ricorsi, nel 2016 ne sono stati depositati 1.601 di nuovi, con la definizione di 2.231 casi, segnando un recupero sull’arretrato storico: i ricorsi pendenti sono ora 6.852. A favorire il lavoro del Tar, per Nicolosi, «seppur con qualche criticità dovuta all’accentramento» è stato il processo telematico con «l’informatica che ha accelerato l’attività consentendo anche notevoli risparmi sul fronte dell’uso del cartaceo che andrà progressivamente a sparire». Tasto dolente, invece, quello della mancanza di organico. Particolarmente allarmante la situazione del personale amministrativo: meno 21%, età media elevata, malattie frequenti. «Il blocco del turnover - ha rilevato Nicolosi - non ha consentito quel naturale processo di ricambio generazionale e passaggio delle conoscenze tra le varie figure professionali». Risultato, l’età media dei dipendenti è di «51 anni per gli uomini e 53 anni per le donne, con una sempre maggiore inevitabile incidenza di assenze dal servizio per motivi di salute, per periodi di media e lunga durata».
L’ultima stoccata del presidente è stata per la «situazione di obiettiva difficoltà di applicazione delle leggi vigenti, derivante non solo dal continuo mutare della legislazione, ma anche da una tecnica redazionale che con i continui rimandi ad altre fonti legislative, con leggi composte di un solo articolo con centinaia di commi a loro volta composti da periodi lunghi e complessi, rende particolarmente difficile, non di rado, la ricognizione della norma applicabile al caso concreto».
Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 08:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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