«Pedemontana, i veneti la pagheranno due volte: Irpef e pedaggi»

Mercoledì 8 Marzo 2017
Luca Zaia all'inaugurazione dei cantieri Spv a Romano d'Ezzelino nel 2011 con l'allora assessore Chisso
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VENEZIA - Il "rilancio" della Spv, ha spiegato il governatore Luca Zaia al consiglio regionale, prevede la ricontrattazione tra Regione e la concessionaria Sis, sulla base del nuovo piano del traffico effettuato in febbraio, che ipotizza un traffico medio di 27mila veicoli al giorno. Tariffe scontate (23% per i veicoli leggeri, 16% per quelli pesanti), con i relativi proventi nelle casse regionali, 6,7 miliardi in meno di introiti alla Sis, contributi regionali aumentati di 300 milioni. Risparmi pubblici per 9,5 miliardi, e abolizione delle famose clausole a carico della Regione per il "riequilibrio" finanziario. E poi l'addizionale Irpef a carico dei cittadini veneti per reperire le risorse.
 

 

Ma dopo quasi trent'anni di carte, ricorsi e polemiche, la manovra che ridisegna i piani economici, con la quota Irpef addossata ai veneti per il reperimento delle risorse, è già nel mirino.  «Arriviamo al paradosso - dice la consigliere del Pd Alessandra Moretti -: un abitante di Venezia con un reddito di 2.300 euro lordi mensili si ritroverà a pagare 120 euro l'anno per la Pedemontana che magari non userà mai. Un vicentino che invece se ne servirà, pagherà lo stesso costo più l'aggiunta del prezzo del pedaggio, visto che Zaia ha ben ritenuto di far saltare le esenzioni. Per non parlare delle fasce di reddito medio alte: chi guadagna più di 55mila euro l'anno pagherà 588 euro e per le fasce over 75mila il costo sarà di circa 1000 euro l'anno. È una follia: Zaia pensa di rastrellare 200 milioni di euro facendo pagare ai veneti un'opera che senza dubbio è strategica e che molte volte abbiamo detto doveva essere terminata, ma il metodo ci lascia senza parole. E va chiarita una cosa: il vecchio piano finanziario prevedeva che in caso di pedaggi inferiori alle previsioni ci sarebbe stato un esborso per la regione di 29 milioni all'anno per 15 anni. Ipotesi ovviamente catastrofista, ma Zaia ha deciso di anticipare il rischio caricandolo sulle spalle dei veneti e questo risulta intollerabile, soprattutto in un momento di grave impoverimento del ceto medio».  

«Zaia alza le tasse ai Veneti - incalza il senatore vicentino del M5S Enrico Cappelletti - per pagare la superstrada Pedemontana che, in quanto project financing, avrebbe dovuto essere pagata dai privati. Inspiegabilmente non chiede la risoluzione dei contratti in essere, nonostante l'evidente inadempimento rappresentato dalla mancanza del closing finanziario. Non procede ad incassare le fideiussioni, non destina un solo euro agli espropriati e non rimette neppure a gara l'opera. Insomma tutela il concessionario. E per poterlo fare, mette le mani nelle tasche dei cittadini, che dovranno digerire perfino l'aumento delle addizionali. Se è questa l'autonomia voluta da Zaia, siamo messi proprio bene...».

E giù nuove picconate anche dal Covepa, il coordinamento dei comitati, tramite i portavoce Matilde Cortese, Elvio Gatto e Massimo Follesa: «Bei ricordi quando a Castelfranco nel 2001 si andava dicendo che la Spv la pagavano i privati e ora si è finito blaterando di tasse per salvare un privato finora inadempiente». Il Covepa ricorda le tante ipotesi sfumate di finanziamenti per la Spv, dal mutuo di un miliardo e mezzo ai bond americani, dall’investimento della Cassa depositi e prestiti. In sostanza secondo il Covepa il privato, la Sis dei Dogliani «non ha la forza finanziaria per posare un solo metro d’asfalto» e il governatore fa il «fundraiser di una società privata i cui profitti sono privatissimi».
 

Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 08:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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