Pusher tunisini pronti a prendere il posto dei nigeriani arrestati

Martedì 17 Luglio 2018 di Davide Tamiello
Pusher tunisini pronti a prendere il posto dei nigeriani arrestati
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MESTRE - In giro si dice che una settimana fa, dopo la storica retata della polizia in via Monte San Michele, loro abbiano stappato la proverbiale bottiglia. I residenti, infatti, non sono gli unici ad aver festeggiato lo smantellamento della banda di pusher nigeriani che da più di un anno aveva tra le mani la rete dello spaccio in città. I tunisini, cacciati dalla piazza dalla “piovra nera” del capoclan Kenneth Ighodaro, ora stanno tornando alla carica. Due sere, due risse finite a bottigliate: una prima all’incrocio con via Ortigara, la seconda verso via Sernaglia. Prima la notte tra sabato e domenica, poi quella successiva. Da una parte un gruppetto di nigeriani, quelli rimasti (impossibile dire per ora se si tratti di cani sciolti o di affiliati alla mala africana finita nel mirino del pm della Dda Paola Tonini) dall’altra, in numero superiore, un gruppo di maghrebini. 
Ora si sentono più forti. Un anno fa avevano accusato il colpo. I nigeriani li avevano surclassati su tutta la linea. Sul mercato, prima di tutto, perché la loro merce era decisamente migliore, più pura (ed estremamente più pericolosa) di quella venduta dai tunisini. Kenneth, in fin dei conti, aveva degli agganci con fornitori di primo piano, a differenza dei colleghi nordafricani. Per un periodo, alcuni mesi fa, quella zona tra via Piave, via Cappuccina e via Fogazzaro, era diventata anche terreno di scontri veri e propri. Faide, maxi risse, accoltellamenti. Tutto per intimidire la concorrenza, cacciarla da lì. Alla fine i tunisini, che a differenza dei nigeriani non hanno una vera e propria struttura alle spalle, hanno lasciato perdere. Hanno abbandonato la zona della stazione per rifugiarsi in qualche angolo del centro di Mestre (per un periodo in via Brenta Vecchia, per qualche altro nella zona del Candiani) o di Marghera. Adesso, la musica è cambiata. L’impero nigeriano è stato colpito alla base e il mercato è (attualmente) alla ricerca di un nuovo leader, perché la domanda non è affatto cambiata. 
In questo momento, ovviamente, non si può nemmeno lontanamente paragonare la situazione con ciò che avveniva fino a sette giorni fa. Ora i pusher si muovono dopo la mezzanotte, hanno un tono più dimesso e meno spavaldo rispetto a quando facevano il bello e il cattivo tempo a qualsiasi ora del giorno. Le ultime due notti hanno visto una situazione a ruoli invertiti: questa volta sono stati i nigeriani a dover battere in ritirata. Da martedì si erano spostati in zone più periferiche (ma sempre vicine a una stazione, condizione cruciale per costruire una piazza buona per lo spaccio), a Marghera e Quarto d’Altino. Ma, ovviamente, nessuno ha intenzione di perdere un feudo così prolifico. Via Piave ormai ha un nome nel giro della droga: i clienti arrivano da tutto il Veneto. Ora che il trono è vacante, però, è molto più difficile riprendere il controllo. Che ci sia una certa fretta, però, è evidente. 
Se gli spacciatori sono pronti a rischiare così tanto, rimettendosi in attività nell’occhio del ciclone, è evidente che la posta è alta. In via Monte San Michele la polizia presidia la zona praticamente 24 ore su 24. Ai giardini e in piazzale Bainsizza le pattuglie antidegrado della polizia locale si danno il cambio continuamente. Si aggiunge, inoltre, la camionetta dei militari, di supporto agli altri corpi. I pusher, evidentemente, non hanno il tempo di aspettare che la bufera sia passata. Iniziano con delle piccole basi, dando appuntamento ai clienti solo nelle fasce orarie notturne. I residenti si erano già affezionati a quella sensazione di pace ritrovata a cui, ormai, non erano più abituati. Il movimento di queste ultime nottate li ha allarmati non poco. L’idea di un nuovo passo indietro, inutile sottolinearlo, non piace a nessuno. Il questore ha chiesto alla città di riappropriarsi di quegli spazi prima che siano altri spacciatori a farlo, e il conto alla rovescia è già partito. 
Ultimo aggiornamento: 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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