Aria malsana a Venezia: scattano le misure antismog nei rii

Mercoledì 16 Gennaio 2019 di Roberta Brunetti
Rio Novo
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VENEZIA - L'aria più inquinata da biossido di azoto è quella di Rio Novo. Più che in tangenziale, più che nel traffico di Mestre, il canale che congiunge Piazzale Roma al Canal Grande, nel 2018 si è guadagnato il triste primato di una concentrazione media annuale di NO2 di 50 microgrammi al metro cubo, più alta di tutte quelle registrate dalle altre centraline dell'Arpav sparse per il Comune, ben al di sopra del limite fissato a 40. Una conferma di come l'aria di laguna non sia più pulita di quella di terraferma. E se sul fronte del biossido di azoto è addirittura peggiore, su quello delle polveri sottili le rilevazioni delle due centraline veneziane - oltre a Rio Novo, Sacca Fisola - sono allineate con quelle di terraferma.
 
Lo si è visto bene in questi giorni di allarme PM 10 che, in base all'accordo padano, hanno portato anche a limitazioni del traffico su strada. Non a quello acqueo, però, per il momento escluso/graziato dalle imposizioni regionali. Ed ecco le proteste di tanti veneziani che in questi giorni sono tornati a chiedersi se non sia arrivato il momento di intervenire anche sulla navigazione inquinante.
MISURE ALLO STUDIO«É una questione a cui stiamo lavorando - assicura l'assessore all'Ambiente, Massimiliano De Martin - Siamo stati noi a volere l'installazione della centralina di Rio Novo. Questo a dimostrazione di quanto ci stia a cuore il problema. Ora, dopo un anno completo di rilevazioni, abbiamo i primi dati validati. Da qui possiamo iniziare a fare dei ragionamenti di pianificazione». L'assessore non vuole anticipare possibili soluzioni («Non vendo la pelle dell'orso...»), sottolineando come la questione sia complessa anche perché la giurisdizione sulle acque lagunari non è solo del Comune. «E non si può pensare di intervenire solo a Rio Novo - puntualizza - Serve una riorganizzazione complessiva del traffico, con una politica incentivante per i trasporti puliti».
LE CENTRALINEIn attesa della futura pianificazione comunale, ci sono i dati dell'Arpav, per nulla tranquillizzanti per il centro storico. Quelli di questi giorni, ma anche quelli del 2018. Per altro un anno buono per l'inquinamento per la particolare congiuntura meteo, a differenza di questo inzio 2019. Ebbene, nel 2018, per il PM 10, la centralina del parco Bissuola ha registrato una media annuale di 30, esattamente come Rio Novo, Sacca Fisola è arrivata a 33, come via Beccaria, via Tagliamento a 34. Dati in linea, con variazioni legate per lo più alla vicinanza di una sorgente di inquinamento, come può essere una strada trafficata. Via Bissuola, per l'Arpav, è ad esempio una centralina di fondo, non esposta a sorgenti particolari, che dà quindi un valore medio. Di fondo è anche Sacca Fisola, non sottovento rispetto al Porto, mentre Rio Novo è di traffico. Vale detto poi come il Pm 10 sia considerato un inquinante di area vasta, che si diffonde, legato quindi alla situazione generale della pianura Padana. In questo senso richiede interventi diffusi e una misura efficace per la terraferma potrebbe portare qualche beneficio anche in laguna.
L'ALLARME RIO NOVOMolto diverso il caso del biossido di azoto, che ha un'influenza più locale e per cui servono interventi sul posto. Un inquinante più sensibile al traffico - spiegano i tecnici dell'Arpav - legato a motori pesanti e obsoleti, come possono essere quelli dei natanti rispetto alle auto di ultima generazione. Ed ecco come il dato record di rio Novo risulti più chiaro e allarmante. Per questo l'Arpav, già d'accordo con il Comune, nelle prossime settimane preparerà una relazione ad hoc proprio su Rio Novo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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