MESTRE - Da 450 zone postali del veneziano, e rispettivi posti di lavoro per i portalettere, si è già passati a 360. Tra scivolo pensionistico ed eccedenze in sospeso su cui trattare, ora i lavoratori delle Poste hanno un'altra preoccupazione: quella della privatizzazione, legata alla decisione del Consiglio dei Ministri di quotare in Borsa un ulteriore 29,7% e del conferimento a Cassa depositi e prestiti del rimanente 35% del capitale, con l'uscita definitiva del Ministero dell'Economia dall'azionariato di Poste Italiane.
È questa la ragione per cui per oggi è stato proclamato lo sciopero generale. Al raduno in via Torino, alle 9.30 all'angolo di Corso del popolo da cui è partito il corteo diretto alla sede regionale delle Poste, le segreterie di Slp Cisl, Slc Cgil, Failp Cisal, Confasal e Ugl hanno radunato centinaia di persone, provenienti dai 130 uffici postali della provincia, in cui è altissimo (almeno l'80%) il numero degli iscritti al sindacato.
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