Sbandati, drogati e ladri lungo Corso del Popolo: «Siamo barricati nei negozi»

Mercoledì 1 Novembre 2023 di Fulvio Fenzo
Un'immagine di Corso del Popolo a Mestre (foto d'archivio)

MESTRE - Il negozio è di quelli chic, come ce ne sono ancora lungo corso del Popolo. Sono passate da poco le 19 di sera e dentro c’è solo una dipendente che si prepara a chiudere. Ma in quel momento entra un uomo, straniero, un armadio alto circa un metro e 85 centimetri, che inizia ad inveire in una lingua presumibilmente dell’Est e a prendere a pugni i mobili, tirando giù gli oggetti, urlando contro la donna. «Ero terrorizzata - racconta - ma sono riuscita a reggere e a chiedergli di calmarsi». Ma non basta. Poco dopo entra una ragazza che inizia a muoversi all’interno del negozio per poi arrivare dove c’è la cassa. «Era strafatta - riprende la donna -, si è attaccata a quell’uomo, anche lui alterato da droga o alcol, e hanno cominciato ad abbracciarsi e a fare altre cose.

Io ero paralizzata. Non sapevo più cosa fare e non potevo chiamare nessuno. Poi, per miracolo, un colpo di fortuna».

Dal retro del negozio, grazie alla corrente d’aria di una finestra lasciata aperta, sbatte una porta e i due, pensando che la donna non fosse da sola, escono di corsa e si allontanano verso piazza Barche. «A quel punto mi sono chiusa dentro a chiave, ho chiamato mio marito e la polizia, ma non avevano pattuglie da mandare sul posto. Mi è andata bene». Sì, le è andata bene anche se, dopo questo episodio avvenuto pochi giorni fa, qui non può più stare tranquilla. «Stanno per venire ad installare un apriporta per chiuderci dentro quando restiamo da soli e altre telecamere di videosorveglianza interna. Ma è possibile, chiedo, arrivare a barricarci dentro per fare il nostro lavoro?». Una domanda che si fanno in tanti, qui in corso del Popolo, ai piedi del grattacielo ex Generali l’indomani dell’interrogazione al sindaco presentata da Gianfranco Bettin, consigliere comunale della lista Verde progressista sulla presenza ormai stabile di spacciatori e tossicodipendenti in questa zona. Ne sanno qualcosa nel Centro scuola danza “La palestra” nella corte che si trova sul retro della piazzetta, dove tutti i pomeriggi tante mamme accompagnano le loro figlie e figli passando attraverso gruppetti di spacciatori e tossicodipendenti che resteranno lì in zona fino a notte fonda. «La settimana scorsa hanno tentato di forzare di nuovo le porte della palestra - raccontano -. Hanno tenuto, perché abbiamo rinforzato le serrature, ma poi hanno cercato di entrare pure dal retro, dal portone dell’uscita di sicurezza. E quella, per legge, mica la possiamo blindare...».

«Questa notte, come le altre notti, li abbiamo sentiti qui sotto fino alle 3 e mezza - raccontava ieri mattina un anziano residente -. Bevono, urlano, squillano i telefonini... Sono gli spacciatori che prendono le “ordinazioni” e, poi, da qui partono con le bici o i monopattini». I pusher che si sono incistati anche nel cuore di corso del Popolo sono nordafricani, perlopiù giovani ma già molto attenti a come si muovono. Una presenza ben diversa dai nigeriani di via Piave, spavaldi e senza timori di dare nell’occhio, ma che è ormai stabile tutti i giorni. A questi, pochi metri più in là, si sarebbero aggiunti pure alcuni gruppetti di bengalesi che spacciano fumo e pasticche, ma in questo caso la clientela è composta dagli stessi membri della comunità bangla. I primi, i nordafricani, si muovono appunto su tutto l’asse del Corso, da piazza Barche alla zona dell’Interspar e degli alberghi di via Ca’ Marcello, con un paio di “punti d’incontro”, oltre a quello sotto al grattacielo, individuati in due bar dalle parti del teatro Corso. Vista la clientela di tossicodipendenti che gravita in zona, nei supermercati e nei negozi i furti e taccheggi starebbero salendo in maniera esponenziale. «Così come i borseggi - aggiunge il farmacista di corso del Popolo, Vincenzo Rigamonti -. Questa mattina due nostre clienti sono state derubate in strada. Le persone, soprattutto le donne più anziane, sono disperate ed hanno paura a muoversi di casa, perché ogni giorno se ne sente una nuova. Del resto il viavai che si vede, soprattutto dalle prime ore del pomeriggio in poi, è ben poco rassicurante».

E sono in molti anche a temere per gli studenti delle scuole superiori lungo il Corso, sui quali i nuovi pusher hanno subito rivolto lo sguardo. «Non voglio esacerbare gli animi, ma è un disastro - riprende Rigamonti -. Mi auguro che le forze dell’ordine pattuglino in modo sempre più sistematico questa zona, ma anche che gli agenti passino dentro ai negozi, per salutare e per chiedere se va “tutto bene”... È così che si può ricucire il territorio e creare relazioni tra cittadini e forze dell’ordine». E fare ritornare corso del Popolo ad essere “il Corso” di Mestre.

Ultimo aggiornamento: 16:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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