Salvini, visita blindata a Venezia. I dem: «Legalità con l'indagato?»

Martedì 28 Agosto 2018 di Angela Pederiva
Salvini, visita blindata a Venezia. I dem: «Legalità con l'indagato?»
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VENEZIA - Tornerà per la prima volta a Venezia da vicepremier: al massimo del consenso come leader leghista, ma anche al centro delle polemiche come ministro indagato. Per questo giovedì Matteo Salvini, in laguna per la firma del Protocollo per la legalità sulla Pedemontana, sarà accolto da un miscuglio di entusiasmo, possibili contestazioni e misure di sicurezza. Una visita che suona già come una risposta alle perplessità pentastellate sull'opera. I dettagli dell'appuntamento saranno definiti oggi. Il governatore Luca Zaia dovrà infatti scegliere quale palazzo, fra il Balbi affacciato sul Canal Grande (più prestigioso sul piano istituzionale) e il Grandi Stazioni attiguo allo scalo ferroviario (più comodo sotto il profilo logistico), ospiterà a mezzogiorno l'incontro non solo con Salvini, ma anche con gli assessori e i consiglieri regionali, nonché con i rappresentanti delle prefetture di Vicenza e  Treviso, dei Comuni interessati dalla superstrada, della struttura commissariale, delle imprese coinvolte nei lavori, delle associazioni datoriali, delle parti sociali e, considerato il ruolo di ministro dell'Interno dell'ospite, anche delle forze dell'ordine e di svariate altre realtà. Gli invitati in lista si attesterebbero a quota 200, un numero che rischia di essere improponibile per le sedi della Regione, tanto che non è esclusa una terza soluzione, esterna. Qualunque sia la decisione, comunque, dovrà fare i conti con il dispositivo di ordine pubblico che sarà predisposto per l'occasione dalla Questura di Venezia: rilevante, malgrado il contestuale e massiccio dispiegamento di agenti e militari al Lido per la Mostra del Cinema.
L'ATTACCOAnnuncia già la propria assenza il consigliere regionale dem Andrea Zanoni, che riserva a Salvini un attacco ironico: «Mi sembra il momento migliore per sottoscrivere un Protocollo per la legalità alla presenza di un ministro che è il primo a non rispettarla, un ministro appena indagato che continua a sfidare i magistrati con atteggiamenti da bullo. Chissà se anche stavolta sfrutterà l'occasione per l'ennesimo attacco sui migranti, arma di distrazione di massa per distogliere l'attenzione dai veri problemi degli italiani, dopo la figuraccia sul caso Diciotti. Se dovessero venir fuori dei problemi con la realizzazione della Pedemontana, e già adesso di punti oscuri ce ne sono parecchi, mi auguro che non si rivolga con gli stessi toni agli inquirenti».
LA PUBBLICAZIONEIntanto ieri Palazzo Balbi ha informato «di aver provveduto immediatamente dopo l'approvazione, nell'ottica della massima trasparenza che ha sempre improntato l'operazione da quando l'infrastruttura è passata in capo alla Regione, alla pubblicazione del terzo atto convenzionale relativo alla concessione della Superstrada Pedemontana Veneta». Pubblici per i cittadini e la stampa sono anche «lo stato della progettazione, il Piano economico-finanziario, il cronoprogramma, il disciplinare per l'applicazione di sanzioni e penali, le soglie di traffico stabilite dal concedente, l'aggiornamento del canone di disponibilità». Puntualizzazioni arrivate proprio nel giorno in cui Danilo Toninelli, ministro pentastellato alle Infrastrutture, ha rivendicato la storica divulgazione delle concessioni autostradali. Come a dire: il M5s annuncia che pubblica, mentre le Lega ha già pubblicato?
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