La Regione Veneto si "dimentica" del film di Segre sull'immigrazione

Lunedì 28 Agosto 2017 di Alda Vanzan
Andrea Segre
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Quattro pagine di comunicato stampa per annunciare la partecipazione della Regione Veneto alla 74. Mostra del cinema di Venezia e manco una riga su un film che sarà presentato al Lido come evento speciale e che la stessa Regione ha finanziato con 70mila euro. Una svista? O, come hanno pensato i maligni, una dimenticanza non del tutto casuale visto che il film in questione è L'ordine delle cose di Andrea Segre e tratta un tema, l'immigrazione, che ai leghisti che comandano in Regione fa venire l'orticaria?

Cristiano Corazzari, leghista polesano, è l'assessore regionale alla Cultura che ha finanziato il film di Segre, assieme ad altre produzioni, anche se la delibera è stata materialmente presentata in giunta da una collega. «È stata una casualità, quel giorno ero assente perché avevo altri impegni», dice Corazzari. Ma com'è che il film del regista padovano Segre non è stato citato nelle quattro cartelle diffuse da Palazzo Balbi sulla presenza della Regione al Lido - titolo: Lavoriamo a un sistema cinema per creare cultura ma anche economia e lavoro - mentre invece si è parlato di tutti gli altri film, documentari, cortometraggi e perfino di premi, libri e mostre?

«Lo chiedo anch'io - dice a distanza Segre - Perché questa dimenticanza?». La spiegazione di Corazzari, dopo aver consultato gli uffici, è che la Jolefilm, la casa di produzione de L'ordine delle cose - quella, per intenderci, di Marco Paolini - che ha ottenuto i 70mila euro di contributo, «non ha fatto domanda di ospitalità nello stand della Regione Veneto».
 
Lo stand è un salone al piano terra dell'hotel Excelsior al Lido dove, tra i vari appuntamenti, ci sarà anche il collegamento con lo spazio e con l'astronauta Paolo Nespoli alla cui avventura è dedicato un documentario. Effettivamente il film del padovano Segre sarà presentato alla stampa in un'altra sede, in Villa Il Nidiolo, il giorno stesso della proiezione ufficiale in prima mondiale (giovedì 31 alle 17.30 al PalaBiennale), ma ciò non toglie che una citazione, in quattro cartelle di comunicato, potesse starci. La Regione si è pentita di aver finanziato il film? O magari si è indispettita perché Segre & C. hanno criticato Palazzo Balbi che non si è ancora decisa a mettere in piedi una Film Commission e procede per bandi «di cui non si conosce il funzionamento»?

Dice l'assessore Corazzari: «Io il film non l'ho visto, mi è stato detto che parla di un poliziotto che si occupa di immigrazione, andrò sicuramente a vederlo. È chiaro che la posizione della Lega non è quella dei centri di accoglienza, per noi gli sbarchi vanno bloccati così come va bloccato il mercimonio di carne umana, i migranti vanno aiutati a casa loro. Ciò premesso, vedremo il film e poi faremo le nostre valutazioni». Il contributo, però, è già stato dato, quindi vuol dire che la Regione ha approvato il film di Segre. «I contributi vengono dati sulla base dei criteri fissati nel bando e nei criteri non c'è la trama - dice l'assessore - Io personalmente posso non essere d'accordo su certe tematiche, ma il bando va rispettato».

Segre, dal canto suo, conferma le critiche relative alla mancanza di una Film Commission in Veneto: «È una critica che non è legata al mio film, che avrei fatto anche senza i soldi della Regione, che peraltro ammontano al 3% del costo complessivo e che sono arrivati quando il film l'avevo già finito. Quello che in Regione sembrano non capire è che le Film Commission, lì dove funzionano, portano soldi, non spendono soldi. Mentre il sistema del contributo è visto come una elargizione del potere nei confronti del cittadino, una cosa antidemocratica». E perché la Regione Veneto non ha una Film Commission? «È un obiettivo strategico, ma non abbiamo i fondi risponde l'assessore - Però stiamo valutando con l'università Ca' Foscari un modello di Film Commission più consono alle esigenze del Veneto».
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