Mestre. Violenza nel basket, quattro tifosi Reyer contro i rivali a colpi di punteruolo: aggressione studiata a tavolino

Domenica 18 Febbraio 2024 di Monica Andolfatto
TIFOSI Panthers estranei all'aggressione di Torino

MESTRE - «È un balla fotonica. Con la stampa non parliamo e sì, non mi può disturbare». Ivan Pellin, capo storico dei Panthers risponde ruvido.

Poi però accetta di parlare. «Noi con questa cosa qui non c’entriamo nulla e lo confermano gli attestati di solidarietà che ci stanno arrivando da tutta Italia. Sì, siamo ultras ma non siamo delinquenti, non abbiamo mai usato armi, non abbiamo mai aggredito e non lo faremo mai».

Il malumore e il disappunto del portavoce dei supporter della Reyer sono collegati a un episodio di tifo violento che si sarebbe consumato a Torino mercoledì scorso, durante le partite del Frecciarossa Final Eight, e che si è diffuso in particolare attraverso i social e il passaparola.
Sul tavolo degli imputati quattro presunti sostenitori orogranata che avrebbero studiato a tavolino un’aggressione a danno dei “colleghi” trentini dell’Aquila Basket, arrivati nella città della Mole per assistere al quarto di finale di Coppa Italia fra i bianconeri e Milano, mentre in serata era in programma la sfida Reyer-Pistoia sempre all’Inalpi Arena.
«Noi a Torino non siamo nemmeno andati» incalza sempre Pellin, che rigetta con forza qualsiasi coinvolgimento dei Panthers.

La sortita sarebbe avvenuta in un bar a ridosso dell’impianto sportivo, con i veneziani che avrebbero cominciato a provocare verbalmente i trentini, quattro o cinque del gruppo Zìdiosi, per poi passare alle vie di fatto. Uno dei veneziani avrebbe addirittura impugnato un punteruolo conficcandolo nell’avambraccio di un trentino, mentre un altro avrebbe rubato da uno zainetto lo striscione dei fan dell’Aquila. Poi la fuga. Il fatto ha suscitato un gran scalpore in terra trentina, con la netta condanna degli autori. I quali però non sono ricondotti alla tifoseria organizzata orogranata, come precisa lo stesso ferito che sarebbe stato medicato con tre punti di sutura. Insomma, si tratterebbe di “cani sciolti” che con la loro condotta hanno infangato l’onorabilità e la buona reputazione delle “pantere”.

LA VITTIMA

«Non penso proprio che ad agire siano stati i Panthers - dichiara la vittima - quello che è successo è grave. Ci lecchiamo le ferite mi auguro che non se ne parli più. Per me il capitolo è chiuso, si volta pagina. Ho anche una vita oltre al basket e sinceramente tutto questo clamore mi ha distratto dal lavoro e non giova a nessuno».
Di più l’appartenente ai Zìdiosi non ha voluto dire. Si è limitato ad aggiungere che non è stata presentata alcuna denuncia e che nessuno ha intenzione di farlo e che da tre giorni il suo telefono continua a squillare. «Lo ripeto basta, non ne voglio più sapere».

Eppure ormai il danno è fatto. Sui social trentini la notizia continua a tenere banco. Sul suo profilo fb, “Trust Aquila Trento” - associazione di tifosi, proprietaria del 40% delle quote di Aquila - “dimostra la sua vicinanza e si schiera dalla parte dei Zìdiosi, attaccati da alcuni tifosi ultras dell’Umana Reyer Venezia ieri sera (mercoledì, ndr) a Torino. Ora più che mai ci teniamo a condannare qualsiasi forma di violenza. Il basket e il sostegno alla propria squadra dovrebbero generare svago, divertimento, spensieratezza. La rivalità sportiva è accettabile e ammessa, al contrario di violenze verbali e fisiche che superano qualsiasi limite e finiscono col rovinare quella che dovrebbe essere una passione sana. Non dobbiamo inoltre dimenticare che questo sport è seguito anche da molti giovani che hanno bisogno di un esempio totalmente opposto a quello che queste situazioni danno. Un abbraccio e un augurio di pronta guarigione a chi è rimasto coinvolto e ferito”. Da quanto si è potuto accertare le forze dell’ordine né torinesi né lagunari sarebbero state informate dell’accaduto.

Ultimo aggiornamento: 17:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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