In "fuga" da Cona: i migranti sul bus. Oggi protesta in Prefettura a Padova

Martedì 21 Novembre 2017
In "fuga" da Cona: i migranti sul bus. Oggi protesta in Prefettura a Padova
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Una notte nella chiesa parrocchiale di Piove di Sacco e oggi di nuovo in marcia. Stiamo parlando dei cinquanta migranti che sono usciti ieri dal centro di accoglienza di Conetta (nel Veneziano) e che hanno raggiunto il Padovano chiedendo di essere ospitati altrove. Oggi, martedì 21 novembre, i profughi si sono organizzati per acquistare  biglietti di un autobus di linea (hanno fatto una colletta) e continuare la protesta di fronte alla Prefettura di Padova.

IL SINDACO DI PADOVA GIORDANI: «RIATTIVARE IL DIALOGO E SEGUIRE LE INDICAZIONI DELLA PREFETTURA DI VENEZIA»​
Per il bene di tutti e per non generare emergenze umanitarie è bene che si riattivi subito il dialogo e che si seguano le indicazioni della Prefettura di Venezia che porti a soluzioni in territorio veneziano. La responsabilità esclusiva di queste persone che alloggiavano a Cona è della Prefettura di Venezia, dubito che esistano anche gli strumenti normativi che consentono scelte dentro il territorio della Provincia di Padova. La mia amministrazione si è sempre spesa per non strumentalizzare un tema così delicato, dicendosi sempre favorevole alla micro accoglienza diffusa e a politiche di concreta gestione del fenomeno dentro criteri umanitari. Tuttavia questa azione deve essere fatta nel solco della legalità e delle procedure previste, in accordo con le Prefetture e assieme a tutti gli attori coinvolti. Forzare la mano non è producente e obbliga l'istituzione a un comportamento rigoroso. Concordo con le valutazioni della Diocesi: solo se si ritorna nei binari corretti e con la necessaria gradualità si possono trovare soluzioni corrette, in primis nell’interesse di questi ragazzi. Queste forme di protesta non mettono in nessun modo i Sindaci nella condizione di assecondare forzature e irrigidiscono un contesto già difficile. Padova fa già la sua parte e non si è mia sottratta, ma sempre e solo in accordo con le altre Istituzioni ed entro modalità corrette, diversamente non posso essere d'accordo e non voglio legittimare azioni che ritengo sbagliate e destinate ad aumentare le criticità.

LA NOTTE IN PARROCCHIA A PIOVE DI SACCO
La diocesi di Padova prima aveva detto di "no", ma poi «per motivi umanitari» ha dato ospitalità negli spazi della parrocchia ai richiedenti asilo. La decisione è stata presa ieri a tarda serata dalla Diocesi padovana, dopo che era fallita la trattativa con il vicario del prefetto di Venezia, che aveva cercato di aprire il dialogo con i migranti annunciando i primi 13 trasferimenti dall'hub in giornata. «Meglio la strada che questo campo», avevano protestato i profughi. In serata la nota della Diocesi di Padova era stata chiara, stop all'accoglienza in situazioni come quella creatasi a Cona: «Alcune sere fa abbiamo accolto in emergenza nella chiesa di Codevigo. Era una situazione di estrema emergenza; ci si è relazionati con i richiedenti asilo con cui sono state concordate le modalità dell'accoglienza temporanea per la notte. C'è stata la collaborazione di un'intera comunità che ha dato aiuto e sollievo a circa 200 persone in difficoltà. Era una situazione straordinaria».

La nota della Diocesi però continuava: «Lunedì sera, a Piove di Sacco, la situazione si sta riproponendo, in termini decisamente diversi: i richiedenti asilo sono sollecitati da alcuni esponenti del sindacato USB a lasciare comunque l'hub di Conetta, senza dialogare in maniera costruttiva con la Prefettura di Venezia, che ha la responsabilità della loro presenza nel territorio e il panorama di possibilità concrete e fattibili di ricollocazione.

Come Chiesa non possiamo accettare strumentalizzazioni, né tantomeno - cosa ancor più grave - che i giovani che escono dall'ex base di Conetta vengano illusi di trovare comunque un alloggio e una sistemazione alternativa, quando invece rischiano di perdere anche i pochi diritti acquisiti: l'assicurazione di un tetto e di un pasto. La Chiesa sta lavorando per l'accoglienza diffusa, che vede come unica strada umana e dignitosa per un'integrazione sostenibile».

Ultimo aggiornamento: 17:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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