CONA (VENEZIA) - Il prefetto non avrà fatto uccidere il vitello grasso, ma il ritorno del “figliol prodigo” (anzi, 24 a voler essere precisi) è stato accolto comunque a braccia aperte. Una parte dei 241 migranti in marcia che venerdì avevano lasciato l’ex base missilistica di Conetta, manifestando contro le condizioni di accoglienza all’interno dell’hub veneziano, ha scelto di rifiutare la nuova destinazione e ha chiesto di poter rientrare nella tanto contestata struttura di via Rottanova. Fino a ieri sera, si parlava di 24 rientri, ma le richieste arrivate in prefettura sarebbero già una cinquantina e questa mattina continueranno le operazioni per riportare indietro chi ha chiesto di farlo.
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RIBELLI REDENTI
A dare il La alla contromarcia sono stati i richiedenti asilo destinati alla “Serena” di Treviso. In effetti, passare da una ex base militare a una caserma non è esattamente un salto di qualità decisivo. I trenta migranti destinata all’hub della Marca non sono nemmeno scesi dal pullman: in 24 sono stati distribuiti in altre tre strutture (Ferrhotel, gli appartamenti in zona Stiore e in una casa sulla Noalese), sei, invece, sono tornati a Mira, nel patronato che li aveva ospitati per la notte al termine di quello che di fatto è stato l’ultimo dei quattro giorni di cammino. Da qui, il sestetto, sabato, è stato rispedito a Treviso, ma con destinazioni diverse rispetto alla caserma. Niente da fare, i migranti, per qualche motivo, hanno insistito per tornare a Conetta...
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