JESOLO - Un'opera monumentale ma anche un forte segno di fede e speranza per il futuro.
UNA NUOVA OPERA
L'edizione 2021 è arricchita dal grande angelo in legno dello scultore Marco Martalar, realizzato utilizzando materiale ligneo proveniente dai boschi distrutti dalla tempesta Vaia. Al taglio del nastro hanno partecipato il sindaco Valerio Zoggia, assieme alla giunta comunale e all'ex sindaco e attuale assessore regionale Francesco Calzavara che ha ricordato l'intuizione di 19 anni fa fino all'edizione del 2018 allestita pure in Vaticano. Un percorso sottolineato anche dallo stesso Patriarca: «Jesolo è la città del sole e del mare ha commentato Moragalia - ma è anche la città del presepe fatto con la sabbia. Siamo di fronte ad un presepe che esalta il bene e il bello, che attira visitatori che possono in questo modo seguire un cammino verso la verità e il bene». Il patriarca ha anche sottolineato il senso profondo del tema scelto quest'anno: «Gli artisti hanno trasformato la sabbia in Vangelo prosegue -. Il pellegrinaggio tra le varie statue è un evento che rappresenta la misericordia di Dio in tempo di Pandemia. L'ultima statua sintetizza tutto quello che abbiamo vissuto negli ultimi mesi, con la speranza di essere arrivati al termine di questo periodo ma senza dimenticare chi, in ambiti diversi, ha aiutato chi era bloccato dal Covid e ci aiuta a guardare al futuro».
GLI ARTISTI
Quattordici gli artisti convocati quest'anno hanno lavorato modellando circa 1.000 metri cubi di sabbia. «Devo dire che tagliare il nastro del nostro famoso presepe è un onore e un'emozione ha detto Zoggia . Quest'anno, però, lo è ancora di più. È difficile pensare a un Natale a Jesolo senza il nostro presepe di sabbia. Eppure l'anno scorso abbiamo dovuto rinunciarvi, e la sua mancanza si è sentita. La cerimonia di oggi è il segno che, pur non potendo pensare che tutto sia finito, qualcosa ce lo siamo lasciati alle spalle e dobbiamo guardare avanti». Con le offerte raccolte grazie ai visitatori, saranno sostenuti vari progetti benefici internazionali ma anche le attività dello Iov. La mostra è visitabile fino al 6 febbraio, è necessario il green pass.