«Presa a sassate da teppisti perché sono nera, la gente rideva»

Lunedì 11 Giugno 2018 di Davide Tamiello
«Presa a sassate da teppisti perché sono nera, la gente rideva»
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MESTRE Presa a sassate in strada da dei teppisti. Nessuno screzio, nessuno scambio di parole, nessun presunto sgarbo da vendicare: apparentemente, un’aggressione senza alcun motivo. Per Prisca Josee Tibe, 23enne di origini ivoriane, quel gesto aveva però una matrice ben definita:una sassaiola razzista. «Sono nera e per questa sono diventata il loro bersaglio, non è la prima volta che succede». Prisca vive a Marghera da 5 anni, dal 2013, da quando ha raggiunto il padre, arrivato a Mestre 25 anni fa. La ragazza parla un italiano praticamente perfetto e lavora per una ditta di pulizie che opera negli alberghi del centro storico.
 Martedì stava andando all’ufficio postale di piazzale Donatori di sangue per prelevare un po’ di contanti. «In quel momento ho sentito qualcosa colpirmi al braccio, alla schiena, alla testa. Mi sono girata e ho visto quei quattro o cinque ragazzini, in piedi, che mi guardavano ridendo. Mi avevano appena preso a sassate». Giovani, poco più che adolescenti. «Avranno avuto 14 o 15 anni. Ho chiesto loro: “Ma vi rendete conto di cosa state facendo?” e sono scappati. Non so se sarei in grado di riconoscerli, erano distanti. Mi sono sentita umiliata, mi guardavano e ridevano. C’erano altre persone che passavano in quel momento, perché se la sono presa solo con me? Perché sono nera. E quel che è peggio, la gente intorno anziché rimproverarli ha iniziato a ridere insieme a loro». Una situazione paradossale, in pieno giorno, in centro a Mestre. 
«Ho chiamato subito mio padre, ero sconvolta. Lui è andato ai carabinieri di Mestre per segnalare la cosa. In questi casi ci si dovrebbe rivolgere a un avvocato e sporgere denuncia, noi abbiamo preferito mettere al corrente le forze dell’ordine di una situazione che non può passare per un caso isolato». 
Fortunatamente Prisca non ha subito lesioni. Non fisicamente, quantomeno. Perché un episodio del genere, comunque lascia il segno. «Sono comportamenti che ho già visto purtroppo - continua - in autobus, per esempio, quando vedo i ragazzini prendermi di mira, ridermi in faccia senza motivo. Oppure quando trovo quelle signore che non vogliono che mi sieda vicino a loro. Queste persone ti costringono a camminare a testa bassa, a non alzare lo sguardo per non rischiare di incorrere nelle loro umiliazioni». Prisca si è sfogata in un lungo video di denuncia postato su Facebook, e condiviso anche da diversi suoi amici. «Siamo nel 2018, è inconcepibile che proprio i più giovani abbiano atteggiamenti di questo tipo, in una città internazionale e turistica come Venezia - continua - spetta ai genitori educare i loro ragazzi a una cultura nuova, più aperta. Non si chiede molto, solo che vengano rispettati gli standard minimi della civiltà. E che le persone non vengano discriminate per il colore della pelle».
 
Ultimo aggiornamento: 18:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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