Inquinamento marino, per la pesca sicura arriva il progetto Life Ghost

Lunedì 30 Gennaio 2017
Inquinamento marino, per la pesca sicura arriva il progetto Life Ghost
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VENEZIA - Reti abbandonate, cime, nasse, scotte, tiranti, manichette di plastica, fasce elastiche e intelaiature metalliche costellano i fondali e le acque dell'Alto Adriatico: sono i rifiuti dell'attività di pesca, professionale e sportiva, che modificano l'ambiente marino, inquinano acque e fondali e finiscono per danneggiare pesci e molluschi e, quindi, diminuire il potenziale di pescato. Per prevenire e contrastare questa forma di inquinamento marino la Regione Veneto ha aderito al Progetto Life-Ghost, co-finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del Programma Life+ Biodiversità (programmazione 2012). Tra gli obiettivi del progetto c'è, appunto, la gestione efficace di reti e attrezzi da pesca abbandonati e persi in mare. «La Giunta regionale ha insediato il gruppo tecnico di lavoro - informa l'assessore regionale al primario, Giuseppe Pan, annunciando il provvedimento di prossima pubblicazione sul Bur - per declinare, su scala veneta, le raccomandazioni operative suggerite dall'Europa. Ne fanno parte i rappresentanti delle categorie professionali della pesca, gli esperti scientifici dello Iuav di Venezia, dell'Ispra di Chioggia, del Cnr-Ismar e dell'Arpav, oltre ai dirigenti del settore Ambiente e Pesca e acquacoltura della Regione Veneto: l'obiettivo dei tecnici è individuare le 'buone prassì per prevenire l'abbandono di attrezzature e rifiuti della pesca e contrastare l'inquinamento marino».
Ultimo aggiornamento: 14:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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