Venezia. Campanili pericolanti, operazione salvataggio con i fondi Pnrr

Giovedì 25 Gennaio 2024 di Roberta Brunetti
VENEZIA La facciata e la chiesa della Madonna dell'Orto, restauri con i fondi Pnrr

VENEZIA - In questi giorni li hanno monitorati con droni e laser, scoprendo così nuove lesioni nascoste. Per i quattro campanili veneziani, già in cima alla lista ministeriale delle situazioni critiche, non c’è un pericolo immediato. Ma hanno tutti bisogno di restauri urgenti che ora - grazie ai fondi del Pnrr per la sicurezza sismica - potranno partire nel giro di qualche mese. Cantieri in arrivo, dunque, per la torre campanaria più pendente di Venezia, della chiesa Santo Stefano, nonché per quelli di San Pietro di Castello, della Madonna dell’Orto, di San Martino di Burano. Interventi per complessivi 11.680.000 euro, che dovranno essere completati nel giro di un paio d’anni: entro giugno 2026 Santo Stefano, entro dicembre 2025 gli altri tre.

L’annuncio è stato dato ieri, a Palazzo Ducale, in una conferenza stampa in cui la Diocesi ha voluto fare il punto su tutta una serie di interventi, in gran parte già conclusi, realizzati anche grazie a importanti contributi pubblici: dal bonus facciate, all’8x1000, fino a questi nuovi fondi Pnrr destinati ai campanili.


UNA STAGIONE DI CANTIERI
Uno «sforzo straordinario» lo ha definito monsignor Fabrizio Favaro, vicario episcopale per gli affari economici. Inserito in una stagione unica, quanto a «fondi e lavori in corso. Attività poderosa che sta mettendo in gioco questioni di merito nella conservazione del nostro patrimonio» come ha sottolineato il soprintendente, Fabrizio Magani, annunciano un prossimo convegno proprio sui temi del restauro a Venezia. Favaro ha riassunto in cifre i cantieri che interessano i beni della Diocesi: 33 in tutto, i primi avviati nel 2019, per un impegno complessivo di 25 milioni, di cui circa il 10% in capo ai soggetti ecclesiastici. Il vicario ha voluto soprattutto ringraziare i tanti soggetti coinvolti in questa operazione che ha restituito bellezza, ma anche sicurezza, a tante chiese e non solo: dai funzionari della Soprintendenza, a professionisti e maestranze, molti presenti in sale.


LA SFIDA DEI CAMPANILE
Al professor Bruno Barel, procuratore di San Marco, ieri in veste di consulente della Diocesi per l’impiego dei fondi del Pnrr, è toccato il compito di spiegare questa ulteriore fase di lavori. Una vera sfida per la Diocesi che, come prevede la normativa sul Pnrr, si è assunta l’onore di fare da «soggetto attuatore». «Il ministero aveva questa lista di criticità, rispetto al rischio sismico, che includeva i nostri quattro campanili. Sono stati inseriti nel fondo Pnrr. E quel punto la Soprintendenza ci ha chiesto di collaborare per usare queste risorse. La Diocesi ci ha riflettuto e non si è tirata indietro». Impresa non da poco, fare da stazione appaltante per oltre 11 milioni di lavori, seguendo gli adempimenti del Pnrr e rispettandone i tempi. Il lavoro è già iniziato. «Abbiamo creato quattro team di professionisti, uno per ciascun intervento. Nel giro di qualche mese saremo pronti a rendicontare sullo stato di sicurezza o insicurezza di ciascun campanile e sull’intervento necessario». Al momento i fondi sono distribuiti per buona parte su Santo Stefano (7.780.000 euro), a seguire San Martino (2.340.000), Madonna dell’Orto (780.000) e San Pietro (780.000). «All’esito di questa prima indagine valuteremo se chiedere al ministero una ripartizione diversa». Il lavoro con droni e laser sta consentendo un «monitoraggio immediato della sicurezza». La prossima tappa sarà a marzo, con la consegna dei progetti. «Vogliamo presentarli pubblicamente» ha assicurato Barel.
 

Ultimo aggiornamento: 07:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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