​Paolo II, il papa imperatore dal pugno di ferro che amava il lusso e si ingraziava il popolo

Lunedì 22 Maggio 2017 di Alberto Toso Fei
Pietro Barbo, papa Paolo II, veneziano, in una illustrazione di Matteo Bergamelli
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Paolo II, il papa imperatore dal pugno di ferro che amava il lusso e si ingraziava il popolo

Sebbene fosse venuto al mondo a Venezia il 23 febbraio 1417 in una famiglia patrizia dedita al commercio, la vera nascita di Pietro Barbo avvenne in realtà 47 anni più tardi, il 30 agosto 1464, quando al primo scrutinio fu eletto papa all'unanimità col nome di Paolo II. Una nomina che non piovve dal nulla: per parte di madre, Pietro era pronipote e nipote di due altri papi veneziani, rispettivamente Gregorio XII (Angelo Correr) ed Eugenio IV (Gabriele Condulmer, che da cardinale lo aveva avviato alla carriera ecclesiastica).

Prima di procedere all'elezione, il collegio cardinalizio stabilì che il nuovo pontefice avrebbe dovuto sottostare a un giuramento che lo avrebbe impegnato a continuare la guerra coi Turchi, a rispettare le decisioni del Sacro Collegio – col quale avrebbe dovuto avere un confronto serrato – e ad abolire il nepotismo interno alla curia romana. Invece, una volta eletto, Pietro Barbo dichiarò che avrebbe seguito tali direttive solo come indicazioni e non come obblighi, e impose ai cardinali un nuovo documento modificato: una azione che fin dal principio gli alienò i rapporti con gli altri porporati.

Nondimeno, Paolo II proseguì imperterrito per la sua strada: per sottolineare che il comando era affidato a lui e a lui soltanto, sostituì definitivamente la mitria con la corona del triregno, eredità dell'impero romano e simbolo del potere temporale del papa. Non risiedette in Vaticano, ma fece costruire Palazzo Venezia, che nei secoli successivi divenne dimora degli ambasciatori della Serenissima.

Tra le riforme che avviò vi fu quella dell'amministrazione comunale, che passò attraverso misure contro la corruzione e il commercio degli incarichi pubblici. Per fare ciò eliminò ogni nomina attribuita a laici, facendo finire di colpo senza lavoro e stipendio decine di letterati e umanisti che fino ad allora erano occupati in diverse magistrature. Per questo fu dipinto come un nemico dell'umanesimo, ma la verità è che verso di esso ebbe un rapporto ambivalente: soppresse l'Accademia Romana (sospettata di coltivare idee paganeggianti) ma favorì la creazione della prima tipografia di Roma; si circondò di studiosi e artisti ma proibì ai bambini romani lo studio dei poeti non cristiani.

Di bell'aspetto, secondo il cronista romano Stefano Infessura “non fu secondo a nessuno nel fornire divertimenti al popolo, e mostrò uno stravagante amore dello splendore”. Amava l'ostentazione: indossava paramenti sontuosi e costosissimi e – da buon veneziano – fu un grande promotore del carnevale. Tanto fu inflessibile verso il Sacro Collegio e la macchina amministrativa, tanto fu magnificente nell'organizzazione di divertimenti sfarzosi, nell'intento di accattivarsi gli umori del popolo (come quando per esempio dispose la distribuzione gratuita di medicinali).

Paolo II morì il 26 luglio 1471 a soli 54 anni; un umanista contemporaneo del Barbo, Bartolomeo Sacchi detti “Il Platina” (peraltro espulso dal Collegio degli Abbreviatori, vittima delle “epurazioni” di laici voluta dal papa), narra che ciò avvenne “perché il dì precedente alla notte che egli lasciò la vita, due ben gran meloni si mangiò”. E se una certa storiografia parla di morte per indigestione, sulla scomparsa del papa veneziano continua ad aleggiare l'ombra dell'avvelenamento. È sepolto, come moltissimi altri papi, nelle grotte vaticane.
Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 11:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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