Salvò una bimba caduta in canale, adesso riapre la storica ortofrutta: «E' la mia rinascita»

Venerdì 21 Ottobre 2022 di Roberta Brunetti
Simone Bonzio
1

VENEZIA - Quando, nel gennaio scorso, le saracinesche del fruttivendolo di fondamenta San Basegio si erano abbassate, nessuno avrebbe scommesso di rivedere qui banchi di frutta e verdura, tutti avevano pensato alla chiusura dell'ennesimo negozio di vicinato per far posto ad altro. E invece, stavolta, le cose sono andate diversamente. Grazie soprattutto a un incontro fortunato. Quello tra Simone Bonzio, 40enne commerciante veneziano, stanco di lavorare solo con i turisti, pronto a reinventarsi fruttivendolo, e Bruno Valleri, il 90enne proprietario del negozio, che non voleva arrendersi all'idea di vedere snaturata quella che era stata la sua vecchia bottega di frutta e verdura.

Una storia diversa da quelle a cui ci ha abituato una Venezia stravolta dalla monocultura turistica, dove i protagonisti rivendicano proprio la loro venezianità. «Ci tenevo che il negozio restasse aperto con un'attività di questo tipo» sottolinea l'anziano ex fruttivendolo. «Per me questa apertura è una rinascita - gli fa eco il nuovo gestore - i veneziani hanno bisogno di servizi e lavorare con loro ripaga».

UNA BOTTEGA STORICA
Frutta e verdura in questa fondamenta, al 1638 di Dorsoduro, si sono vendute da sempre. Valleri rilevò e rilanciò la bottega negli anni 50. E la gestì con la moglie, Luigina Bonacin, per quarant'anni. A metà degli anni 90 la coppia andò in pensione e la gestione passò ad altri. Fino all'inizio di quest'anno quando l'ultimo fruttivendolo chiuse bottega. Fu Bonzio, che abita poco distante, a notare quelle saracinesche abbassate e a chiedere informazioni. «Ho sempre lavorato nel commercio - racconta - gestendo diverse attività a contatto con il turismo, da ultimo un negozio di pasta e alimentari per turisti, a Rialto. Per 8 metri quadri di negozio pagavo 3.500 euro al mese di affitto!». Poi il Covid, con la pandemia e l'azzeramento del turismo, ha rappresentato un momento di ripensamento anche per la sua famiglia. «Mia moglie, che inizialmente lavorava con me, aveva già cambiato settore e aperto un salone da parrucchiera. Io, con il lockdown, mi sono ritrovato senza lavoro, non è stato facile» racconta Bonzio, che un anno fa era salito agli onori della cronaca per aver salvato una bambina caduta in acqua ai Carmini. «Ero al posto giusto nel momento giusto. Se avessi avuto il mio lavoro non sarei stato lì» aveva osservato, all'epoca, felice. Ma restava la preoccupazione per il lavoro che non c'era.

L'INCONTRO FORTUNATO
«Volevo un'occupazione e volevo cambiare - spiega ora - Ero stanco di avere a che fare con il turismo, un turismo sempre più brutto». Ed ecco l'incontro con Valleri. «Persone meravigliose, che mi sono venute incontro sull'affitto, senza richieste esose, come ormai spesso capita a Venezia, dove i proprietari piuttosto tengono chiusi i negozi» sottolinea Bonzio. Mentre Valleri ribadisce: «Volevo che la mia attività continuasse. E ho trovato la persona giusta». Ieri, all'inaugurazione del negozio, si sono ritrovati, entrambi soddisfatti. Un ideale passaggio di consegne in un clima di festa, tra le cassette di frutta e verdura, con l'angolo delle primizie di Sant'Erasmo. «Sono fiducioso - conclude Bonzio - Non è la prima volta che apro un'attività. Ma questa volta, quando la gente vede che è un fruttivendolo, è interessata, è contenta. Così è bello lavorare».

    
 

Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci