Ok Auto, l'ex titolare: «Attività venduta, Infantino mi portò anche al casinò»

Martedì 9 Ottobre 2018 di Diego Degan
Ok Auto, l'ex titolare: «Attività venduta, Infantino mi portò anche al casinò»
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CHIOGGIA - «Io l'attività l'ho venduta a Infantino che mi ha offerto dei soldi e mi ha anche portato al casinò. Ma con la truffa non c'entro nulla». Antonio Ferrari, fondatore e primo amministratore, in ordine temporale, della concessionaria Ok Auto, vuole dire la sua sulla presunta truffa che ha coinvolto decine, almeno una trentina, di persone, in tutto il nord Italia e anche oltre. Una truffa che avrebbe fruttato agli imbroglioni di turno una cifra ancora incerta ma stimata tra i 300 e i 600mila euro. L'incertezza è dovuta al fatto che le relative querele sono state sporte in varie città (una decina abbondante a Chioggia) e, forse, non tutti i malcapitati acquirenti si sono ancora mossi in questo senso.
 
LA TESI DI FERRARI
Ma Ferrari sostiene di essere estraneo alla vicenda e, ieri pomeriggio, si è anche recato dai carabinieri a rendere delle dichiarazioni spontanee per tutelare la sua immagine. «Lavoro da tempo nel settore delle auto spiega Ferrari fin dal 2001, con la Smart. Quindi non mi sono inventato nulla ma ho solo continuato quello che già facevo prima». La Ok Auto, una società a responsabilità limitata semplificata (srls), Ferrari l'aveva costituita nel dicembre 2017 ma l'attività era ufficialmente iniziata nel gennaio 2018. In pratica, però, a marzo. «Inizialmente non avevo neppure una sede vera e propria, ma solo un gazebo che avevo messo nel piazzale a fianco della Renault e della Opel. Io lavoravo là. Poi quando la Opel è fallita mi sono trasferito negli spazi che si erano liberati».

Le prima macchine che Ferrari aveva venduto, all'epoca, erano sue personali. «Possedevo tre auto: una Mitsubishi Pajero, una Audi Q3 e una Jeep. E le ho vendute tutte e tre ad acquirenti di Chioggia, senza nessun problema o contestazione». Insomma l'impresa era piccola ma sembrava ben avviata. Tanto bene che, ad un certo punto, a giugno, si sarebbe presentato a Ferrari il signor Antonino Infantino. «Un siciliano dice Ferrari che ha detto di apprezzare molto Chioggia e che avrebbe voluto aprirci un'attività. Aveva pensato di acquistare la mia e ha fatto di tutto per convincermi. Avendo saputo che mi piace giocare, mi aveva perfino invitato al casinò, a Venezia. Mi lusingava, insomma. E così gli ho ceduto la società per 18-19mila euro circa. Il passaggio formale della proprietà è avvenuto l'11 di agosto ma l'accordo era che sarei rimasto in azienda in affiancamento. L'avrei, cioè, aiutato a muovere i primi passi, assistendolo con i clienti. In quel periodo io non ho avuto sentore di alcun problema con gli acquirenti che ora lamentano la truffa. Il 3 settembre ho ricevuto il saldo per la cessione dell'azienda e, da quel momento, non me ne sono più occupato. Fino a quando non è uscita sulla stampa».

NUOVE SEGNALAZIONI
E da quel primo ottobre, in cui il Gazzettino ha reso nota la vicenda, le segnalazioni continuano ad arrivare. L'ultima è quella di un assicuratore di Jesolo che, volendo cambiare la sua Audi A6, aveva visto, su automobile.it, l'annuncio di Ok Auto per una Alfa Romeo Stelvio. «Sono andato a vederla a Chioggia, con la famiglia, il 30 agosto racconta l'assicuratore e me l'hanno fatta provare.

Era del 2017 e aveva 4000 chilometri ma veniva dall'estero. Comunque mi piaceva, e l'ho presa pagando un acconto di 2500 euro e firmando il contratto. In seguito, per abitudine professionale, ho controllato i dati del contratto e ho visto, nella banca dati Ania, che il numero di telaio dichiarato non corrispondeva. In seguito ho ricevuto delle telefonate da un'agenzia, Agita srl, relativamente all'immatricolazione dell'auto e, anche lì, ho visto che il numero di fax dell'agenzia non corrispondeva all'indirizzo dichiarato. Ma avevo il contratto in mano e ho pensato che bastasse. Il 18 settembre ho pagato il saldo, altri 19mila euro ma, come gli altri, non ho mai ricevuto la macchina che avevo comprato. Io sono stato ingenuo, ma credo che una maggiore vigilanza delle forze dell'ordine potrebbe prevenire simili situazioni».

Ultimo aggiornamento: 10:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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