VENEZIA - Renato Chisso rischia di tornare in carcere. Il Tribunale di sorveglianza di Venezia ha rigettato sia l’istanza di affidamento in prova ai servizi sociali, sia la richiesta di poter scontare agli arresti domiciliari quel che resta della pena di 2 anni, 6 mesi e 20 giorni patteggiata per corruzione nell’ambito del processo Mose. Sconti compresi, l’ex assessore regionale alle Infrastrutture dovrebbe saldare i conti con la giustizia nel giugno del 2016.
L’avvocato Antonio Forza ha già annunciato che si appellerà alla "legge svuotacarceri" per ottenere almeno la prosecuzione dei domiciliari: quella norma, varata per far fronte al sovraffollamento dei penitenziari, prevede che solo in casi eccezionali, ben motivati, si possa ricorrere al carcere. A decidere sarà chiamata nuovamente la Sorveglianza.
Ultimo aggiornamento: 12:19
L’avvocato Antonio Forza ha già annunciato che si appellerà alla "legge svuotacarceri" per ottenere almeno la prosecuzione dei domiciliari: quella norma, varata per far fronte al sovraffollamento dei penitenziari, prevede che solo in casi eccezionali, ben motivati, si possa ricorrere al carcere. A decidere sarà chiamata nuovamente la Sorveglianza.