Mostra del Cinema, numeri da record, ma i prezzi volano: «Speculazioni»

Lunedì 11 Settembre 2023 di Alda Vanzan
Il direttore della Mostra del cinema Alberto Barbera e il presidente della Biennale Roberto Cicutto con la madrina Caterina Murino

LIDO DI VENEZIA - Piano terra del Palazzo del Casinò, lì dove fino al giorno prima c’erano i tavoli di un ristorante. Seduto l’uno accanto all’altro, il presidente della Biennale Roberto Cicutto e il direttore della Mostra del cinema, Alberto Barbera. Motivo dell’incontro: fare il punto con i giornalisti giunti da tutta Italia della 80ma edizione della Mostra del cinema di Venezia appena conclusa, quella che ha consegnato il Leone d’oro al greco Yorgos Lanthimos con la sua stupefacente Emma Stone e ben due riconoscimenti ai migranti di Matteo Garrone.

E dunque: bilancio, criticità, prospettive di un festival che ogni anno aumenta accreditati, spettatori, pure incassi. Nessuno lo dice, tutti lo sanno: di fatto è il commiato, Barbera resterà in carica un altro anno, Cicutto è a fine corsa e con il cambio di Governo, a meno di inimmaginabili sorprese, l’anno prossimo a guidare la Biennale ci sarà un altro presidente (dicunt: Pietrangelo Buttafuoco). Cicutto guarda Barbera: «Ma è vero che ti dimetti prima del previsto?». Barbera: «Non so - anzi, so - chi mette in giro queste voci, ma perché dovrei dimettersi quando ho un mandato che scade alla fine del 2024? Questa ipotesi delle dimissioni anticipate non esiste».


I NUMERI
E allora i bilanci: +17% gli ingressi nelle sale (230mila) rispetto al 2022, +14% i biglietti venduti al pubblico (85mila, era 75mila nel 2022), +9% gli accreditati (13.023, erano 11.967 nel 2022). Si può crescere di più? No, perché il Lido è “l’isola dell’isola di Venezia”, le strutture ricettive sono quelle che sono, i prezzi sono già schizzati, mai come quest’anno, oltre non si può andare. «Speculazioni, si munge la vacca grassa quando c’è», dice Cicutto con una nota di disappunto perché quest’anno in tanti si sono lamentati degli aumenti, prezzi delle camere alle stelle, B&B e appartamenti inavvicinabili. Cosa si può fare? «Siamo impotenti», dice Barbera. «È il problema di Venezia - dice il presidente della Biennale -, ne stiamo parlando con il Comune, bisogna fare sistema e trovare soluzioni». Inimmaginabile, comunque, pensare che la Mostra del cinema continui a crescere: «Sì, Venezia potrebbe diventare ancora più grande - dice il direttore Barbera -, ma ci sono limiti strutturali, invalicabili, posti negli alberghi più di questi non ce ne sono». E allora: ridurre la durata della Mostra? Qualche giorno in meno? Non se ne parla. Per Barbera «vorrebbe dire ridurne l’importanza, il peso e l’impatto rispetto alla funzione che un festival ha nell’ambito del mercato e della promozione. Mi sembrerebbe un atto autolesionistico». Cicutto allarga la prospettiva, perché non c’è solo la Mostra del cinema, c’è l’intera Biennale che tra Arte, Architettura, Musica, Teatro, Danza e Archivio dura 365 giorni, cioè tutto l’anno. «Noi siamo la Biennale, una realtà unica al mondo».
Piace il fatto che il pubblico sia cambiato e siano, soprattutto, giovani. «La presenza di tanti giovani - dice Cicutto - è il segnale di un mutamento importante e su cui bisognerebbe riflettere per il futuro». «Il pubblico è cambiato radicalmente, era pieno di ventenni che hanno vissuto l’esperienza della Mostra con entusiasmo», osserva Barbera.


I FILM
Il direttore della Mostra si sbottona: «Enea di Pietro Castellitto è stato in discussione per entrare nella rosa, i giurati ne hanno parlato, molti ne hanno colto valore e interesse». Insomma per un pelo Pietro Castellitto è rimasto fuori dal palmares. Il giorno dopo il Leone d’oro a Povere Creature! di Yorgos Lanthimos qualcosa sul verdetto trapela. Innanzitutto che «non è stato all’unanimità», dice Barbera. A quanto si apprende il braccio di ferro tra i giurati presieduti da Damien Chazelle sarebbe stato con il giapponese Ryūsuke Hamaguchi del Male non esiste, che poi ha vinto il Leone d’argento - Gran premio della giuria. E se il Leone d’argento per la regia, Matteo Garrone con Io Capitano, non è a quanto pare mai stato in predicato per il Leone d’oro, sul resto si sa poco, il direttore ha i suoi film amati non entrati tra i vincitori e se li tiene per sé. 
 

Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 10:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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