La versione di Mazzacurati e quelle amnesie nei verbali

Lunedì 30 Gennaio 2017 di Maurizio Dianese
Giovanni Mazzacurati
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VENEZIA - Quando non si ricorda quanti soldi ha dato al generale della Guardia di Finanza, Emilio Spaziante 400, forse 500mila, quando cerca nella memoria, senza riuscire a trovarlo, il nome di un presidente del Magistrato alle acque che sostiene di aver corrotto, quando confonde lire con euro e milioni con migliaia, Giovanni Mazzacurati è in pieno Alzheimer oppure sta menando il can per l'aia? Ecco, il Tribunale di Venezia che giudica tra gli altri l'ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e l'ex ministro dell'ambiente Altero Matteoli, in un processo che arriva dopo una raffica di patteggiamenti, cioè di imputati che hanno ammesso di aver incassato le mazzette, dovrà sciogliere questo nodo. Perché i tre verbali di Mazzacurati 29 e 30 luglio e 9 ottobre 2013 si prestano a opposte interpretazioni e sui verbali di Mazzacurati si gioca l'ultimo braccio di ferro in aula. Letti nel giugno del 2014, quando veniva giù il mondo della corruzione legato al Mose e si aprivano le patrie galere per politici del calibro di Giancarlo Galan e Renato Chisso, di alti funzionari statali come il presidente del Magistrato alle acque Patrizio Cuccioletta e del generale della Guardia di Finanza, Emilio Spaziante, sembravano assolutamente coerenti, riletti adesso che in discussione c'è la demenza di Mazzacurati, dichiarato definitivamente incapace di intendere e di volere, è più difficile dare un giudizio definitivo. Il quesito infatti è il seguente: fino all'ottobre del 2013 Mazzacurati era lucido ed ha iniziato a perdere la memoria a partire da gennaio 2014 come sostiene la Procura o già nel 2013 dava segni di collasso mnemonico, come sostengono i difensori di Orsoni & C.?

Prendiamo un passaggio del primo verbale.

MAZZACURATI - Allora in questo frangente successe qualcosa di nuovo, nel senso che il dottor Meneguzzo, amministratore delegato della Palladio Finanziaria, ci ha detto che bisognava dare dei soldi per poter avere queste cose, che questi discorsi noi potevamo continuare a farli, ma non si sarebbe andati da nessuna parte e mi disse che il chip di apertura doveva essere sull'ordine di 500 milioni di euro... aspetta...
P.M. - 500mila euro.
MAZZACURATI - 500mila euro. Ho fatto confusione con gli zeri.
Ci si può sbagliare tra 500 milioni di euro e 500mila euro? Ho fatto confusione con gli zeri, ammette il presidente del Consorzio Venezia Nuova che, poco più in là, a proposito di Alessandro Mazzi, uno dei soci del Consorzio, dice che non ha più tirato fuori la sua quota per pagare le mazzette. Quando ha smesso di pagare?
P.M. - Ha detto a un certo punto ha smesso, in quale anno?
MAZZACURATI - Nel 2003... no scusi...
P.M.- Nel 2003 è iniziato.
MAZZACURATI - Nel 2003 è cominciato il lavoro del Mose, ma i soldi che avevamo bisogno ce li davano anche prima, però dal 2003 è stato approvato il progetto di massima e quello è stato un momento che ha incrementato questo giro di soldi, insomma.
P.M. - Quindi fino a quando ha pagato Mazzi?
MAZZACURATI - Mazzi ha smesso metta 5 anni fa, 6 anni fa.
P.M. - Quindi dal 2003 fino a che anno?
MAZZACURATI - Metta 2005.
P.M. - 2005 sono 8 anni fa.
MAZZACURATI - Dal 2003 al 2005... dal 2005 sono 8 anni, sì. Sarà stato meno, ma insomma.
E ancora, parlando dei rapporti tra Baita e Mazzi, a Mazzacurati viene chiesto se Baita chiedeva come mai Mazzi non pagava la sua quota. Risponde Mazzacurati. Certo, voleva sapere come mai Baita non tirava fuori i soldi e glielo dicevo.
Difesa: No, Mazzi forse. Volevano sapere perché Mazzi non tirava fuori.
MAZZACURATI - Sì, sì, perché cosa ho detto?
Difesa: Baita.
MAZZACURATI - Scusi, ho sbagliato.

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