Mose, missione in California
​nuova perizia su Mazzacurati

Mercoledì 16 Novembre 2016 di Gianluca Amadori
Giovanni Mazzacurati
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VENEZIA - Per esprimere un parere sulle condizioni di salute di Giovanni Mazzacurati è necessario visitare il paziente. Lo scrive al Tribunale di Venezia il dottor Carlo Schenardi, il perito che i giudici hanno incaricato di dire se l'ex presidente del Consorzio Venezia Nuova sia in grado di comparire in aula e se sia in grado di deporre. La documentazione medica messa a disposizione del Tribunale dal legale di Mazzacurati, l'avvocato Giovanni Battista Muscari Tomaioli, non è stata ritenuta sufficiente per esprimere una valutazione attendibile. In particolare non è stato ritenuto completo il materiale relativo ad uno dei test effettuati negli Usa, nel corso del quale sono state sottoposte alcune domande all'ex patron del Mose. La documentazione messa a disposizione del perito comprende le risposte - che secondo i medici statunitensi evidenziano un evidente decadimento cognitivo - ma non i quesiti e le modalità operative.
 
A questo punto spetta al Tribunale il compito di decidere il da farsi, ma la strada appare segnata: i giudici dovranno con molte probabilità disporre una missione del perito in California per sottoporre Mazzacurati ad una visita. E, assieme al perito, quasi certamente si recheranno negli Usa anche tutti i consulenti di parte che lo hanno affiancato nel lavoro per conto della Procura, delle parti civili e della difesa degli otto imputati. Il tutto dovrà avvenire con l'ausilio dell'autorità giudiziaria statunitense, e dunque attraverso una rogatoria internazionale, procedura che richiederà sicuramente tempi lunghi. Con il concreto rischio che una parte consistente dei reati contestati dai pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini si possano prescrivere prima della sentenza di primo grado.Tra questi i finanziamenti illeciti contestati all'ex sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni.

Nel frattempo il Tribunale di sorveglianza di Venezia ha rigettato anche l'ultima istanza presentata dall'avvocato Antonio Franchini per conto dell'ex Governatore del Veneto, Giancarlo Galan, finalizzata ad ottenere per lui la concessione di ulteriori 45 giorni di liberazione anticipata, beneficio che gli consentirebbe di tornare uomo libero il 20 novembre invece che all'inizio di gennaio. Una prima richiesta era stata respinta alcuni mesi fa quando l'ex ministro Galan era ancora sotto accusa a Rovigo per il danneggiamento della sua ex abitazione, villa Rodella, a Cinto Euganeo, dalla quale aveva staccato radiatori, wc, camini e altri elementi nel momento in cui fu costretto a traslocare in quanto l'immobile è stato confiscato dallo Stato a seguito del patteggiamento di due anni e dieci mesi per il reato di corruzione, sempre nell'ambito del processo Mose. Successivamente il gip di Rovigo ha archiviato l'inchiesta per danneggiamento e, secondo l'avvocato Franchini, non vi è motivo per negare a Galan lo sconto di 45 giorni di pena. Ma la Sorveglianza è stata di diverso avviso. E l'ex Governatore, accusato di essere stato al soldo del Consorzio Venezia Nuova, del Veneto resta ai domiciliari. Il suo difensore ha già presentato appello.
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