Morì sugli sci a 9 anni, nessun colpevole per la scomparsa di Andrea

Giovedì 22 Novembre 2018 di Roberta Brunetti
Morì sugli sci a 9 anni, nessun colpevole per la scomparsa di Andrea
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VITTORIO VENETO - Non ci sono colpevoli per la morte del piccolo Andrea Rossato, di Mestre, iscritto allo Sci club Nottoli di Vittorio Veneto, rimasto ucciso a soli 9 anni in un incidente fatale sulle piste da sci, a Cortina. Ieri, a quasi otto anni dalla tragedia, la Corte d'appello di Venezia ha assolto il bellunese Luigi Pompanin, presidente dell'Ista che gestisce gli impianti da sci sulle Tofane che furono teatro dell'incidente, e il mestrino Giuseppe Bisotto, a cui erano stati affidati i ragazzini per quella giornata sulle piste. L'assoluzione è stata pronunciata dal presidente della Corte, Alessandro Michele Apostoli Cappello, con la formula più ampia: «perché il fatto non sussiste».
 La fine di un incubo per i due uomini che nel 2016, al termine del processo di primo grado, a Belluno, erano stati condannati a un anno a testa, con la sospensione della pena, per omicidio colposo.

LA CONSULENZAUna sentenza particolarmente attesa, per cui i due imputati avevano rinunciato anche alla prescrizione. Le difese aveva chiesto e ottenuto che la Corte disponesse una consulenza tecnica sulla dinamica dell'incidente, cosa che non era avvenuta in primo grado. E ieri, partendo proprio dalle conclusioni del consulente, è stato lo stesso procuratore generale, Antonio De Lorenzi, a chiedere l'assoluzione dei due imputati.
Secondo il capo d'imputazione iniziale e la successiva sentenza di primo grado, la pista sarebbe stata particolarmente «insidiosa» per la presenza di un dosso e di una successiva curva sulla destra. Qui il piccolo avrebbe perso il controllo degli sci, dopo un salto, andandosi a schiantare su di un larice. Ma per il consulente nominato dalla Corte, l'ingegner Andrea Borghetto, né il dosso né la curva erano particolarmente pericolosi, tanto più per uno sciatore capace, come era il pur giovane Andrea. Anche la segnaletica era adeguata alla tipologia di pista. E in mancanza di testimoni la dinamica dell'incidente mortale è destinata a restare dubbia: é la conclusione del consulente.
LA DISCUSSIONEPassaggi che sono stati sottolineati, oltre che dal procuratore generale, anche dalle difese, con l'avvocato Claudio Beltrame per Bisotto, e gli avvocati Paolo Ghezze e Tito Boscaroli per Pompanin. La famiglia del piccolo Andrea, invece, non ha partecipato all'ultimo atto del processo, avendo ritirato la costituzione di parte civile, dopo essere stata liquidata dalle Assicurazioni Generali.
Ora la Corte si è presa 90 giorni per depositare le sue motivazioni. «La sentenza di primo grado era stata frutto di suggestioni, dettata dall'emozione per la morte di un bambino. Finalmente la Corte d'appello ha fatto chiarezza e giustizia» commenta, soddisfatto, l'avvocato Beltrame.
LA TRAGEDIAAndrea Rossato era considerato una promessa dello sci.

Iscritto allo Sci club Nottoli di Vittorio Veneto, la mattina del 5 marzo 2011 aveva disputato una gara. Nel pomeriggio era poi andato a sciare con un gruppetto di amici sulle Tofane. Nel Canalino del Canalone lo schianto contro l'albero fuori pista. Era l'ultimo del suo gruppo a scendere e nessuno, nell'immediato, si accorse di nulla. Le ricerche partirono subito dopo, con la speranza che il ragazzino si fosse perso. Un'ora e mezza dopo, invece, il ritrovamento del corpo e la fine di ogni speranza.

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