Bruno Modenese, l'autopsia: è morto per lesioni cerebrali. Sotto inchiesta due infermieri e un medico psichiatra

Venerdì 6 Ottobre 2023 di Gianluca Amadori
Bruno Modenese, l'autopsia: è morto per lesioni cerebrali. Il fratello: «Confermate le nostre supposizioni»

VENEZIA - Sono state lesioni cerebrali a provocare la morte di Bruno Modenese, il quarantacinquenne di San Pietro in Volta, ricoverato lo scorso 16 settembre nel reparto di Psichiatria dell’ospedale civile di Mestre e deceduto la mattina del 19 settembre. 
Lo ha accertato l’autopsia disposta dalla sostituto procuratore di Venezia, Daniela Moroni, nell’ambito dell’inchiesta penale avviata sull’episodio, eseguita ieri dai consulenti della procura, la dottoressa Barbara Bonvicini e il chirurgo maxillo facciale Guido Bissolotti, i quali hanno verificato anche la presenza di ecchimosi al volto e alla nuca della vittima, con fratture allo zigomo sinistro ed al naso oltre a contusioni plurime su torace ed arti.

Lesioni che sarebbero compatibili con percosse subìte da Modenese all’interno dell’ospedale, forse in un tentativo di contenere un suo comportamento aggressivo.

TRE INDAGATI

Sotto inchiesta sono finiti due infermieri e un medico psichiatra, difesi dagli avvocati Luca Mandro, Andrea Maria Bonaccorso, Enrico Tonolo e Antonio Marchesini. L’ipotesi d’accusa formulata nei loro confronti è di omicidio preterintenzionale: ovvero di aver inferto lesioni volontariamente, ma senza l’intenzione di uccidere.
All’autopsia, eseguita all’ospedale all’Angelo di Mestre, hanno preso parte anche i consulenti medico legali incaricati dai familiari della vittima, i dottori Gianni Barbuti ed Antonello Cirnelli, nonché gli esperti nominati dai difensori degli indagati, i dottori Nico Zaramella, Andrea Porzionato e Alberto Raimondo. I prossimi congiunti di Bruno Modenese sono assistiti dagli avvocati Renato Alberini, Augusto Palese, Gian Luca De Biasi e Paolo Vianello.
L’esame proseguirà con i necessari approfondimenti istologici e tossicologici e con l’analisi di tutta la documentazione medica relativa al caso, alla quale parteciperanno anche lo Psichiatra Pierandrea Salvo ed il neurochirurgo Fiorenzo Carta per i familiari della vittima, e la professoressa Rosa Gaudio per uno dei due infermieri. Il termine concesso dalla procura per la conclusione della perizia è di 90 giorni.
Nel frattempo la salma di Modenese potrà essere messa a disposizione dei familiari e così, finalmente, nei prossimi giorni potranno avere luogo i funerali.
A sollecitare l’apertura di un’inchiesta sono stati i genitori della vittima, i quali chiedono chiarezza sulle ultime ore del figlio: «Presentava una ingiustificata rottura del setto nasale, visibili segni di ecchimosi al volto, la frattura dello zigomo sinistro con la presenza, a seguito di Tac e Agiotac, di emorragia cerebrale», si legge nell’esposto presentato in procura.
Il quarantacinquenne, in cura da tempo al Centro di salute mentale, la sera di sabato 16 settembre era passato a salutare gli amici al bar dopo aver mangiato la pizza con i genitori. Improvvisamente si sentì male: salì di propria volontà sull’ambulanza e arrivò al pronto soccorso accompagnato dai carabinieri «perché manifestava uno stato di alterazione e di aggressività».

Ultimo aggiornamento: 02:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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