Morta per un boccone di traverso: bufera sul pasto dato dalla volontaria

Mercoledì 18 Aprile 2018
Morta per un boccone di traverso: bufera sul pasto dato dalla volontaria
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SAN DONÀ - Uno: è confermato, Francesca Minardi è morta soffocata da un pezzo di spezzatino che gli ha ostruito le vie aeree. Due: era preferibile evitare una nutrizione per via orale per una paziente così “sensibile” e con ancora i postumi di una recentissima operazione. Tre: in ogni caso, l’infermiera che ne aveva la responsabilità non doveva affidare la somministrazione di quel pasto a personale volontario. Sono le conclusioni a cui è giunto il dott. Antonello Cirnelli, il medico legale nominato dalla Procura di Venezia per chiarire le cause del decesso della settantunenne residente a San Donà di Piave e per accertare eventuali profili di responsabilità in capo ai sanitari che l’avevano in cura.


L’assurda tragedia, avvenuta il 9 maggio 2017 all’ospedale di San Donà, aveva destato profondo e generale sconcerto. La donna, originaria di Pachino, nel Siracusano, ma trapiantata da qualche mese nella città del Piave, presentava un quadro clinico complesso e, in particolare, soffriva di diabete e di gravi insufficienze renale e del distretto arterioso degli arti inferiori. L’8 maggio, a fronte dell’aggravarsi delle sue condizioni, i medici l’hanno pertanto sottoposta a un'operazione programmata di tromboarteriectomia femorale, conclusasi positivamente.

Il giorno seguente la tragedia: poco prima delle 13 il figlio della signora ha ricevuto una prima chiamata da parte di un’infermiera e una seconda dal primario, i quali lo hanno avvertito che la madre si era soffocata con il cibo che stava mangiando, che era grave e che era stata trasportata d’urgenza in Rianimazione. Neanche il tempo di correre all’ospedale: alle 14.20 è stato dichiarato il decesso. Per fare piena luce sui fatti e per ottenere giustizia, attraverso il consulente personale Riccardo Vizzi, il marito e i figli della vittima si sono quindi affidati a Studio 3A, ed è stato presentato un esposto. Il Pubblico Ministero della Procura veneziana, Rosa Gaetana Liistro, ha così aperto un procedimento per omicidio colposo iscrivendo nel registro degli indagati sette tra medici e infermieri - tutti quelli presenti in reparto al momento della tragedia o intervenuti in seconda battuta per tentare di salvare la signora Minardi - e disponendo l’esame autoptico sulla salma.

“In linea generale – osserva il medico legale – è considerato ragionevole iniziare una nutrizione per via orale solamente nei pazienti coscienti e collaboranti. Nei pazienti in cui non è possibile ottenere apertura della bocca, protrusione della lingua e altri riflessi, considerati protettivi delle vie aeree (tosse) o utili alla pulizia del piano glottico (schiarirsi la voce), la somministrazione dei cibi deve essere effettuata con grande cautela. Per l’alimentazione di pazienti “fragili” quali la Minardi – prosegue la perizia - è sempre opportuno, in ragione di ordinarie misure prudenziali, che la pratica venga eseguita da parte del personale sanitario e non già quindi da parte dei volontari (…)”.
Ultimo aggiornamento: 11:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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