MESTRE - Un trentaseienne veneziano era stato operato per due volte al cuore, nel 2015, all'ospedale all'Angelo. Ma i disturbi erano ricomparsi, tanto da costringerlo ad una terza operazione, stavolta a Padova, dove nel 2016 gli furono sostituite le valvole aortica e mitralica, entrambe danneggiate - a detta degli specialisti padovani - proprio per gli interventi precedenti. L'inizio di una causa legale approdata prima davanti al Tribunale civile e conclusasi solo in questi giorni con un pronunciamento anche della Corte dei conti. La causa civile si era infatti chiusa con una transazione, nel 2022, quando l'Ulss 3 aveva deciso di chiudere la vicenda legale versando al paziente un risarcimento di 336mila euro.
IL RISARCIMENTO
Successivamente proprio questi 336mila euro erano stati chiesti dalla Procura della Corte dei conti ai due chirurghi dell'Angelo che avevano operato il paziente, come presunto danno erariale patito dall'Ulss 3.
La sentenza ripercorre tutta la vicenda, iniziata nel 2014, quando il paziente viene ricoverato al Civile per una broncopolmonite. È in questa occasione che gli accertamenti rivelano un primo problema alla valvola mitralica. Un primo intervento viene eseguito nel marzo dell'anno successivo, all'Angelo, ma non basta. E a maggio 2015 l'uomo deve operarsi nuovamente, sempre nell'ospedale di Mestre, dove stavolta gli viene inserita una valvola biologica. Passano i mesi e l'uomo si sente male. Viene ricoverato all'ospedale di Jesolo, poi passa a San Donà di Piave. Infine approda a Padova. Ed è qui che gli specialisti ipotizzano che la valvola biologica abbia danneggiato anche quella aortica. Sostituiscono entrambe con valvole meccaniche. Intanto il paziente, forte di una consulenza che conferma la ricostruzione degli specialisti padovani, cita l'Ulss per danni. La causa, come anticipato, si chiude con la transazione a favore del paziente. Intanto inizia il procedimento davanti alla Corte dei conti, con l'Ulss contrapposta ai suoi due chirurghi. La sentenza cita le varie consulenze che arrivano a conclusioni anche opposte. C'è chi ipotizza che all'origine dei problemi ci sia stata una endocardite. Per i giudici non c'è un quadro chiaro e concorde. Soprattutto non c'è prova di una colpa grave dei medici.