Mestre. Tram al palo per 15 giorni, perdita per il Comune di 350mila euro

Sabato 9 Marzo 2024 di Alvise Sperandio
Tram al palo per 15 giorni, perdita per il Comune di 350mila euro

MESTRE - Costerà almeno centomila euro riparare il guasto in via San Donà, all'altezza di via Marmarole a Carpenedo, che da lunedì scorso ha costretto il tram allo stop forzato e che si prolungherà per altri 15 giorni, se non di più.

Mentre la perdita d'esercizio si aggira già attorno ai 65mila euro, considerando che sull'infrastruttura grava una rata mutuo da 400 mila euro al mese, per altri 22 anni, e per cui il costo giornaliero è all'incirca di 13mila euro. In prospettiva, per 20 giorni, diventano 250mila euro, non proprio bruscolini, insomma. Dopo che l'altro ieri è stata fatta chiarezza sulle cause del cedimento della strada, ieri sono emersi i primi conti per il cantiere dove tecnici e operai continuano a lavorare alacremente.

IL DANNO

«La voragine ha detto l'assessore alla Mobilità Renato Boraso ha scavato il terreno tre metri sotto via San Donà. L'asfalto ha ceduto a seguito del crollo della parete di una cameretta d'ispezione del collettore fognario, che dovrà essere ricostruita. Cercheremo di fare i lavori il più in fretta possibile. Però a questo punto io voglio vederci chiaro e ho chiesto a Veritas di farmi una relazione su tutti i punti del tracciato in cui possano esserci delle criticità». L'assessore, per esempio, è preoccupato di un avvallamento che già si intravvede a Favaro, non distante dalla caserma dei Carabinieri, dove il binario in direzione di Mestre sembra abbassarsi. Al posto del tram funzionano gli autobus sostitutivi, quelli di tipo doppio snodati, perché la gente da trasportare è tanta. Si consideri che ogni giorno sono 22mila i passeggeri sulla T1 da Favaro a Venezia, 12.500 quelli sulla T2 Mestre-Marghera che, pur non passando per via San Donà è costretta a restare ferma perché alla sera tutti i convogli devono tornare in deposito in via Monte Celo a Favaro e dunque passando sempre per Carpenedo.

LE RICADUTE

Il blocco ha anche le sue ricadute economiche. Prima di tutto, per l'appunto, la quota parte del mutuo che, di fatto, resta in equilibrio a patto che non ci sia mai un'interruzione del servizio. «Infatti conferma l'assessore Boraso gli introiti dei viaggi giornalieri servono a pagare il mutuo e non danno attivo. Se per un qualunque motivo i convogli non possono correre, la perdita è assicurata. Altra cosa è il passivo annuo fisso da 7 milioni e mezzo per la gestione, che viene ripianato coi proventi dei biglietti turistici per i mezzi di trasporto pubblico in centro storico». Se da una parte la sospensione del servizio permette di risparmiare tra i 2.500 e i 3mila euro al giorno per la corrente elettrica di alimentazione tramite la linea area di contatto, dall'altra c'è da mettere in conto il costo del carburante per i pullman che transitano con le stesse frequenze, sei all'ora.
Nel 2023 il tram ha registrato più di un centinaio di stop: 21 oltre le 48 ore e 97 sotto la giornata o per poche ore, in prevalenza per "cause esterne" all'infrastruttura come può essere, tipico caso, un divieto di sosta che ne impedisce il transito. Era da tempo che non si registrava un blocco così lungo come l'attuale per problemi strutturali. I lavori in via San Donà andranno avanti fino a fine mese e per tutto questo tempo continuerà a restare in vigore il senso unico alternato regolato da semaforo, mentre la fermata Pasqualigo è stata spostata di un centinaio di metri. Inevitabili le lunghe code, soprattutto all'ora di punta, con ripercussioni anche sullo smog. Avm coglierà l'occasione della sospensione del servizio del tram per fare alcune manutenzioni.

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