Tagli e turni impossibili: «I medici lasciano il servizio pubblico»

Venerdì 12 Ottobre 2018 di Melody Fusaro
Tagli e turni impossibili: «I medici lasciano il servizio pubblico»
5
MESTRE - «La fuga dei medici dalla sanità pubblica? Inevitabile se si continua a tagliare. E sarà sempre peggio». Parola di Sergio Premuda, ex primario radiologo che, dopo aver guidato i reparti al Giustinian, all’ospedale al Mare di Venezia e agli ospedali di San Donà e di Jesolo, dal 2007 esercita come libero professionista, attualmente come radiologo e direttore sanitario del Centro di medicina di Mestre. Una strada, la sua, che a suo parere saranno in molti a seguire, come confermano anche i dati dell’esodo dagli ospedali della regione, che sta riguardando decine di medici. «Io sono fuori dal settore pubblico da 10 anni, ma la sensazione che avverto è di un sempre maggior disagio della categoria medica». Due le motivazioni, a suo parere collegate: gli organici che si riducono e la rabbia dei pazienti.  
«Le Ulss hanno meno mezzi e continuano a ridurre il personale - aggiunge Premuda -. Dove lavoravo io, tra San Donà, Jesolo e Portogruaro, ora c’è un unico primario in cardiologia, come in radiologia e chirurgia. E questo ha un effetto inevitabile sullo stato d’animo dei lavoratori che si ripercuote sulla clientela». Tra i punti più critici proprio il Pronto soccorso: «Sempre più spesso i medici vengono malmenati. Le figure apicali vengono ridimensionate e spesso i primari vivono sotto il ricatto politico di chi dirige le strutture puntando solo a tagliare. Inevitabile che un giovane che cresce e vede certe peripezie si domandi “cosa resto a fare qui?” E quindi ragioni sulla possibilità di farsi un’assicurazione e andarsene nel settore privato, dove non devono più fare guardie, notti e non ci sono più i pazienti nervosi». 
Il privato diventa quindi l’approdo dei medici in fuga: «Se invece di migliorare i servizi si pensa a tagliare i costi si andrà sempre più verso una sanità privata - conclude il direttore sanitario -, e questa sembra essere la volontà dei governi che si sono succeduti. Anche perché sarà sempre più la prima scelta dei pazienti, che tendono ad andare dove vengono trattati meglio e il personale nel pubblico è troppo stanco e nervoso». E sul tema della sanità privata è intervenuto anche il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Venezia Maurizio Scassola: «Seguiamo con attenzione l’evoluzione del sistema sanitario e siamo preoccupati. Abbiamo iniziato questo percorso di collaborazione con attività private che garantiscono qualità delle apparecchiature e delle prestazioni mediche. Ma l’avvento delle grandi società di capitale, del low cost e di altre realtà di natura puramente finanziaria, non ci fanno stare tranquilli. Il privato deve avere, proprio come il Centro di medicina di Mestre, un occhio di riguardo per il paziente».
Melody Fusaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: 08:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci