MESTRE - «L'altro giorno avevamo ospiti quattro clienti. Quando hanno finito di pranzare, li abbiamo accompagnati alla porta e mentre uscivano, sul marciapiede è scoppiato il finimondo di urla e di botte. Alle 3 del pomeriggio. Da preoccuparsi e da vergognarsi di una scena che non è un bel biglietto da visita per questa città».
I titolari di uno dei tanti ristoranti della zona raccontano i guai quotidiani generati dai pusher che adesso hanno fatto delle rastrelliere di via Col di Lana il loro punto di ritrovo, minacciando anche i pendolari. «Ne fanno di tutti i colori, fino a distendersi sulle auto in sosta per mangiare. Spesso si mettono a prendere a pedate bici e motorini parcheggiati, così per sport proseguono Ci sono persone che vengono a pranzare da noi tutti i giorni da 35 anni e come noi sono basiti da un degrado assoluto che nessuno è in grado di arginare. Ormai ci capita persino che alcune persone, specialmente alla sera, chiedano di essere accompagnate a ritirare la macchina parcheggiata nei paraggi perché non si fidano più di passeggiare da sole. Questa situazione sembra giunta a un punto di non ritorno e adesso cominciamo a risentirne anche sul piano del lavoro e degli incassi. Le forze dell'ordine? Passano, guardano e vanno via».
Parecchi residenti non si dicono soddisfatti dell'efficacia dei controlli, pur riconoscendo che il dialogo e la collaborazione sono continui. «La Polizia locale rinvia alla Questura e quando chiamiamo il 113 fanno a noi l'interrogatorio su chi siamo, dove abitiamo, dove ci troviamo mentre stiamo telefonando, che cosa stiamo vedendo, come se non ci conoscessero e soprattutto non fossero al corrente di quel che succede qui tutti i santi giorni spiegano alcuni Passa anche la camionetta dei Lagunari, ma loro non hanno competenza contro lo spaccio per cui si limitano a dare un'occhiata. La settimana scorsa abbiamo visto con certezza che la droga era stata nascosta in alcuni sacchetti dentro i bidoni dell'umido: abbiamo chiesto di aprirli per trovarla, ma tra un discorso e l'altro l'operazione non è stata effettuata. E anche i controlli con i cani si sono diradati».
L'attacco ai proprietari delle biciclette è ormai un problema sotto gli occhi di tutti: «Quelle rastrelliere tra l'isola ecologica e l'impalcatura della palazzina in restauro sono diventate un'enclave che favorisce i traffici loschi di questi signori pronti a tutto. Il dato di fatto è che la gente ha sempre più paura», concludono. Nei loro volti e nelle loro parole si avverte la sfiducia sul fatto che la situazione possa cambiare.
Ultimo aggiornamento: 18:28
© RIPRODUZIONE RISERVATA I titolari di uno dei tanti ristoranti della zona raccontano i guai quotidiani generati dai pusher che adesso hanno fatto delle rastrelliere di via Col di Lana il loro punto di ritrovo, minacciando anche i pendolari. «Ne fanno di tutti i colori, fino a distendersi sulle auto in sosta per mangiare. Spesso si mettono a prendere a pedate bici e motorini parcheggiati, così per sport proseguono Ci sono persone che vengono a pranzare da noi tutti i giorni da 35 anni e come noi sono basiti da un degrado assoluto che nessuno è in grado di arginare. Ormai ci capita persino che alcune persone, specialmente alla sera, chiedano di essere accompagnate a ritirare la macchina parcheggiata nei paraggi perché non si fidano più di passeggiare da sole. Questa situazione sembra giunta a un punto di non ritorno e adesso cominciamo a risentirne anche sul piano del lavoro e degli incassi. Le forze dell'ordine? Passano, guardano e vanno via».
Parecchi residenti non si dicono soddisfatti dell'efficacia dei controlli, pur riconoscendo che il dialogo e la collaborazione sono continui. «La Polizia locale rinvia alla Questura e quando chiamiamo il 113 fanno a noi l'interrogatorio su chi siamo, dove abitiamo, dove ci troviamo mentre stiamo telefonando, che cosa stiamo vedendo, come se non ci conoscessero e soprattutto non fossero al corrente di quel che succede qui tutti i santi giorni spiegano alcuni Passa anche la camionetta dei Lagunari, ma loro non hanno competenza contro lo spaccio per cui si limitano a dare un'occhiata. La settimana scorsa abbiamo visto con certezza che la droga era stata nascosta in alcuni sacchetti dentro i bidoni dell'umido: abbiamo chiesto di aprirli per trovarla, ma tra un discorso e l'altro l'operazione non è stata effettuata. E anche i controlli con i cani si sono diradati».
L'attacco ai proprietari delle biciclette è ormai un problema sotto gli occhi di tutti: «Quelle rastrelliere tra l'isola ecologica e l'impalcatura della palazzina in restauro sono diventate un'enclave che favorisce i traffici loschi di questi signori pronti a tutto. Il dato di fatto è che la gente ha sempre più paura», concludono. Nei loro volti e nelle loro parole si avverte la sfiducia sul fatto che la situazione possa cambiare.