Highlander del condominio fantasma. Ultimo tra abusivi e spacciatori

Giovedì 17 Gennaio 2019 di Davide Tamiello
L ultima palazzina superstite delle Vaschette in via Pasini a Marghera
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Ne è rimasto soltanto uno. L’Highlander delle Vaschette, ultimo proprietario e residente nel complesso edilizio di via Pasini, è un geometra di 59 anni e non assomiglia molto all’eroe immortale della celebre saga cinematografica. Però, e questo nessuno può negarglielo, ha carattere da vendere. Ormai, i condomini di quel quartiere, sono stati tutti abbattuti. Unico a resistere è quello dei civici 101 e 103. Una palazzina abbandonata, disabitata, trionfo delle occupazioni abusive, nonostante gli accessi murati più e più volte. E tra sbandati e spacciatori, che si danno il cambio sera dopo sera, c’è solo un cittadino che è riuscito a resistere.  «Io sono qui, questa casa l’ha acquistata mio padre. Vogliono che me ne vada? Mi diano un’altra casa in permuta».
CONVIVENZA DIFFICILE Claudio abita nel suo appartamento al secondo piano e con vicini così non è facile mantenere un rapporto civile. «Un anno fa sono stato aggredito e minacciato di morte da un uomo, un romeno, perché avevo cercato di bloccare gli accessi delle case al primo piano». La paura è rimasta, ed è anche per questo che Claudio preferisce non farsi fotografare. Esce qualche minuto di casa, giusto per far vedere porte e finestre con le inferriate installate da Comune e forze dell’ordine che circondano l’intero palazzo, per poi rientrare subito. «Non posso allontanarmi troppo, altrimenti qui ne arrivano altri. Magari si prendono pure casa mia». Arroccato nel suo fortino, conduce la sua personalissima guerra. Perché i rischi, in questo contesto, sono evidenti. Basti pensare che pochi giorni fa, uno degli appartamenti della palazzina è stato devastato da un incendio provocato dai bracieri dei senzatetto. Casa sua, in fin dei conti, non è poi così distante. «Avete detto che quella palazzina è abbandonata, ma non è vero. Io ci sono ancora. Ho visto passare tante persone in questi anni - racconta - persone per bene, ma anche tanti delinquenti. Spacciatori, in particolare. Alla notte si fatica a dormire, ci sono un sacco di rumori, ma io reggo». 
STALLO SULLO SCAMBIO La domanda, a questo punto, è quella che farebbero tutti: «Ma perché non te ne vai?» Non è così semplice, a quanto pare. Perché Claudio, quella casa, l’ha ereditata da suo padre e non ha nessuna intenzione di andarsene a costo zero. «Mi vogliono mandare via? Benissimo, ma mi devono dare un’altra casa. La permuta deve essere alla pari: non sono io che ho creato la situazione di degrado che ha portato il quartiere a questo punto». Il Comune, in realtà, un paio di proposte gliele ha fatte: una a Marghera e una a Favaro. «Sì ma ci sono dei lavori da fare, all’impianto elettrico e al riscaldamento. E finché il Comune non mi fornisce una casa perfettamente funzionante io non mi muovo». 
«PROCEDERE IN FRETTA» E a questo stallo è appesa anche tutta la fase conclusiva dell’operazione Vaschette, come spiega il presidente della Municipalità Gianfranco Bettin. «Il braccio di ferro tra Susani e il Comune dura da sei anni ormai - spiega - e blocca un’intera amministrazione. Il Comune deve essere più stringente, arrivando anche all’esproprio se necessario. Oppure deve procedere al completo recupero dell’immobile, ma non credo che questo faccia parte del disegno sulla zona. Il Comune, peraltro, poco tempo fa aveva anche già stanziato dei soldi per l’abbattimento dell’ultimo condominio di via Pasini. Abbattimento però, che come si vede, non è stato portato a termine». Le richieste di Susani, però, sono abbastanza chiare. «Ha diritto a una nuova sistemazione, non c’è dubbio. Ma si deve procedere con una certa celerità per arrivare a una soluzione che soddisfi entrambe le parti. Perché non si può continuare così, Marghera non può essere vincolata da quell’unico appartamento alle Vaschette».
Ultimo aggiornamento: 08:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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