Racket delle case Ater occupate a Marghera. Residenti minacciati da alcune famiglie

Giovedì 21 Marzo 2019 di Davide Tamiello
Il complesso di case popolari di via del Bosco a Marghera
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MESTRE - Prima hanno occupato le case, poi hanno iniziato a gestirle, aprendole di fatto (a pagamento) a chi volevano loro. È il racket delle case Ater di via del Bosco: a manovrare il giro d’affari, alcune famiglie (italiane) che oltre a riscuotere gli affitti illegali dagli inquilini abusivi, avrebbero messo le mani anche sui garage, sede di altre attività poco pulite. A denunciare la situazione surreale della zona delle case popolari è lo stesso presidente della municipalità di Marghera, Gianfranco Bettin, con il delegato municipale alla casa, Mario Silotto. «Segnaliamo da almeno un paio d’anni questa pessima situazione in cui una specie di racket di rione fa il bello e il cattivo tempo - spiega - almeno quattro nuclei di abusivi (per prepotenza, non certo per necessità) impongono la loro presenza aggressiva e intimidatoria nei confronti degli altri residenti. Nuclei che gestiscono ulteriori occupazioni e l’uso  improprio, oltre che naturalmente illecito, di garage condominiali dentro i quali si svolgono traffici di ogni genere». 
Dallo spaccio di droga alla ricettazione: per Bettin quella zona è diventata rischiosa anche dal punto di vista della sicurezza urbana. «Non a caso probabilmente -continua - da tempo si registra da quelle parti un aumento dello spaccio di droga e di altre attività e comportamenti illegali e spesso incivili. Di recente, ci sono giunte segnalazioni ripetute di un ulteriore aggravarsi della situazione, che preoccupa e intimorisce la stragrande maggioranza dei residenti». Della questione sono state informate le forze dell’ordine e l’Ater. 
«Torniamo a chiedere l’intervento di chi di dovere per risolvere drasticamente la situazione e stroncare questo malaffare che prospera impunito da troppo tempo. Ci risulta che l’Ater stessa lo abbia più volte richiesto, per ripristinare serenità e legalità nel complesso. Di recente, abbiamo confermato all’ente i nomi e gli indirizzi dei prepotenti e incivili che spaventano e minacciano gli altri pacifici residenti. Chiediamo dunque che si mette fine al più presto a questa situazione insopportabile». 
RESIDENTI ESASPERATI I cittadini aspettano che l’appello di Bettin possa portare a qualche risultato, dopo anni di convivenza forzata con questa realtà. «Da quando è stata buttata fuori una di queste famiglie, circa un mese fa, la situazione sembra essersi un po’ calmata», racconta una residente. Ma da qui a dire che il problema è stato debellato, ce ne passa. «In passato abbiamo telefonato all’Ater tante volte, ma tutte le richieste sono sempre cadute nel vuoto. Con il nuovo presidente, Raffaele Speranzon, qualcosa è cambiato, si è cominciato ad aprire un contenzioso con queste persone. Il problema è che non sappiamo quanto tempo ci vorrà, e per quanto tempo ancora dovremo vivere in queste condizioni». 
«PRESIDIO PERMANENTE»
La richiesta di intervento forte alle forze dell’ordine può essere una soluzione, ma chi vive in via del Bosco teme che qualche singola operazione non sia sufficiente per sradicare un fenomeno che ormai ha basi solide. «Sono anni che assistiamo a spettacoli di ogni genere qui, ormai ci siamo anche stufati di segnalare ogni irregolarità. Ci siamo stancati di raccontare alle forze dell’ordine quello che fanno i ragazzini di queste famiglie, totalmente fuori controllo, totalmente privi di senso di comunità. Vogliono riportare l’ordine? Serve un presidio di polizia o carabinieri 24 ore su 24. Solo così, forse, sarà possibile riportare la legalità in via Del Bosco».
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