Quinn: «Regalo le mie mani, devono restare a Venezia»

Mercoledì 2 Maggio 2018 di Daniela Ghio
Quinn: «Regalo le mie mani, devono restare a Venezia»
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VENEZIA -  Lorenzo Quinn intende donare l'opera Support alla città. L'artista italo americano, in laguna per programmare la rimozione delle mani gigantesche che sorreggono l'hotel Ca' Sagredo da un anno, insieme alla direttrice dell'albergo Lorenza Lain, sta verificando con la Soprintendenza e l'amministrazione comunale le possibilità che l'opera possa restare a Venezia. «Sono triste, sono molto affezionato a queste Mani, mi spiace lascino la città ha spiegato ieri in un incontro con la stampa all'hotel Ca' Sagredo - Sono le mani di mio figlio Anthony, e sono mani importanti come è importante il messaggio che lanciano: il problema del riscaldamento globale che aumenta costantemente e può portare alla morte di Venezia e del mondo. Il futuro dei nostri figli è a rischio. Abbiamo avuto tante richieste commerciali per l'opera, ma le abbiamo rifiutate: vorremmo che queste mani rimanessero a Venezia perché sono nate due anni fa a Venezia per la città. Non sono mie ma delle persone, dei veneziani in primo luogo. Vorrei donarle a loro e vorrei che trovassero una collocazione definitiva nella città lagunare per continuare il suo messaggio nel mondo. Venezia è una città molto fragile, è necessario proteggerla. Le mani sono qui per questo». 

FORTE MARGHERA
I primi di giugno a Forte Marghera Quinn installerà in maniera permanente un'altra sua opera di dieci metri donata alla città: Stop playing (smettetela di giocare). «Le Mani dovrebbero appartenere in maniera permanente alla città, in un museo come Ca' Pesaro ha affermato Lain - Siamo stati travolti dal successo dell'opera pubblica da cui ognuno ha tratto il proprio messaggio. La bellezza e il bisogno di sostenere Venezia, la lotta al cambiamento climatico, l'arte, i bambini, tutti messaggi positivi. Ci sono state parecchie offerte dall'estero, ma aspettiamo le decisioni di Soprintendenza e Comune». 

DISINSTALLAZIONE
Le opere di disinstallazione inizieranno giovedì 3 maggio: i primi due giorni verranno tolte le strutture lignee realizzate provvisoriamente per lo stazionamento delle gondole e i pali in legno, quindi il terzo giorno le Mani di 9 metri in vetroresina verranno tagliate alla quota di 1 metro di altezza. «Il 7 maggio, nel giorno del mio compleanno ha spiegato ancora l'artista le Mani verranno imbragate e, una volta caricate su chiatte, lasceranno il Canal Grande. Verranno portate dapprima in un magazzino qui vicino, poi in Spagna, dove ho il mio studio. Le ricomporrò e le sistemerò a seconda della collocazione che avranno. Spero di riportarle a Venezia per installarle definitivamente». 
I lavori davanti a Ca' Sagredo continueranno altri cinque giorni per l'eliminazione degli ancoraggi dell'opera e il ripristino delle strutture lignee per lo stazio delle gondole. Di certo la presenza di Quinn a Venezia sarà sempre più assidua: l'artista, che è sposato con una veneziana, sta pensando di comprare casa in città e sta già lavorando a un nuovo progetto per la Biennale 2019 che, assicura, ha già avuto una prima verbale approvazione dalla Soprintendenza. «Le Mani sono già entrate nella storia dell'arte ha concluso Lain - Abbiamo toccato con mano che ciò che accade a Venezia ha eco in tutto il mondo. Da qui si possono lanciare messaggi universali. Non avrei mai chiesto a Lorenzo un'opera dal messaggio provocatorio. Anche i luoghi deputati all'ospitalità, come Ca' Sagredo, possono diventare una sorta d'industria creativa. Le Mani ci hanno fatto capire quanto la gente ami Venezia, dobbiamo sempre tentare di essere tutti all'altezza di questa città che ci è stata donata». 
Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 12:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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