L'ultima cena di Leonardo da Vinci con lo Spritz: magliette blasfeme vendute dagli ambulanti a Venezia

L'opera del maestro viene ribattezzata nelle t-shirt "L'ultimo spritz"

Domenica 25 Giugno 2023 di Marta Gasparon
Una delle magliette blasfeme apparse a Venezia

VENEZIA - Sono spuntate in questi giorni come funghi, vendute nei banchetti ambulanti del centro storico, con l’obiettivo di catturare l’attenzione dei turisti. T-shirt in cotone e borse di tela nella variante chiara o scura, rispettivamente a 10 e a 5 euro, con stampata un’immagine che a Venezia ha già urtato la sensibilità di molti. Quella dell’“Ultima cena” di Leonardo da Vinci – considerato tra i dipinti murali più importanti al mondo e realizzato per il refettorio del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie, a Milano, dov’è tutt’ora conservato – appositamente rivisitata offrendo una rappresentazione di Gesù e degli apostoli dal titolo fin troppo eloquente: “L’ultimo spritz”.

Lui, d’altronde, il vero protagonista di una scena alquanto discutibile, contenuto in bicchieri di vetro stretti fra le mani di alcuni dei discepoli intenti a brindare, o posizionati sulla tavola in attesa di donare ai commensali un momento di convivialità.

Un nuovo caso, l’ennesimo in città legato ad immagini di cattivo gusto, che hanno sollevato l’indignazione di credenti e non. Da un lato c’è chi si dice infastidito per l’utilizzo improprio della scena di un dipinto dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità e che per la sua notorietà è stata in più occasioni sfruttata anche per lanciare messaggi pubblicitari. L’ultimo caso, quello di un noto sito di comparazione di prodotti finanziari per le famiglie che ha scatenato non poche reazioni. Dall’altro c’è invece chi si sente toccato nella propria fede, convinto di come una simile situazione mai si sarebbe potuta verificare nell’ambito di altre religioni. Tra i vari banchetti presenti nelle arterie cittadine principali, magliette e borse “incriminate” si vedono spesso, identiche tra loro e vendute in serie da ambulanti bengalesi che davanti al disappunto dei residenti sembrano fare orecchie da mercante. Vuoi per un limite linguistico, vuoi per il timore di aver problemi legati alla merce venduta, i più si trincerano in un silenzio arduo da abbattere, rifiutandosi di fornire dettagli sui prodotti in questione. Di certo c’è che i capi di vestiario sono dell’azienda Jhk per la collezione Ocean. La stessa che on line reclamizza anche una personalizzazione delle t-shirt con scritte e immagini di vario genere in base alle richieste. Tuttavia l’ideatore della riproduzione del dipinto che tanto sta facendo discutere rimane avvolto nel mistero.

«L’uso dell’arte per fini pubblicitari o ironici – commenta il direttore dell’Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici, don Gianmatteo Caputo – produce quasi sempre risultati di scarsa qualità. Quando poi si usano immagini sacre che vengono distorte con contenuti fuori contesto, ci si rende conto che il risultato serve solo a veicolare aspetti volgari. Purtroppo però il mercato non solo risponde, ma incentiva quel trend allo squallore presente anche a Venezia, come in altre città d’arte, che si mostra in molte facce del turismo che l’attraversa. Se questo non bastasse, tali riproduzioni ledono la fede di molti veneziani. Ma scandalizzarsi non basta: dobbiamo sentirci spronati ad investire di più nell’educare alla cultura, all’amore del bello e ai contenuti di fede che l’arte comunica, per far sì che nessuno possa desiderare d’indossare una simile maglietta». «È merce che andrebbe ritirata: è una questione di rispetto – ha marcato Claudio Turina, missionario laico residente in città – L’ho fatto presente al venditore, chiedendogli se “L’ultimo spritz” con Maometto gli avrebbe fatto piacere. Mi ha risposto di no e ha continuato a vendere indisturbato». D’altro canto Venezia non è nuova all’esposizione nei banchetti di merce destinata ad un turismo dozzinale. Chi la città la vive ricorda ancora la presenza in bella mostra, anche in zone centrali dell’area marciana, di grembiuli osceni a lungo esposti, che riproducevano le parti intime di opere d’arte quali il David di Michelangelo. «Quelli sono vietati e, se se ne trovassero ancora in giro, la Polizia municipale può intervenire. Ma questa volta, anche se l’immagine non mi piace, non sono scandalizzato – dice l’assessore al Commercio, Sebastiano Costalonga – Non facciamone un caso». 

Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 12:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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