Madonna della Salute, migliaia in pellegrinaggio per mantenere il voto del Doge

Mercoledì 21 Novembre 2018
Madonna della Salute, migliaia in pellegrinaggio per mantenere il voto del Doge
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VENEZIA - Decine di migliaia di persone alla Madonna della Salute anche quest'anno, come tutti gli anni da oltre tre secoli, per mantenere fede al voto del Doge: a Venezia, a Mestre, e in tutto il territorio della Repubblica Serenissima, in Italia, in Istria e in Dalmazia: nelle antiche terre di San Marco sono più di cento le chiese dove oggi, 21 novembre, ci si reca in pellegrinaggio alla Madonna della Salute.

A Venezia il rito maggiore, celebrato dal Patriarca Francesco Moraglia davanti all'altare della Mesopanditissa, la venerata immagine della Madonna, una tela proveniente da Candia, l'odierna Creta, allora terra della Serenissima. Per tutta la mattina il flusso di persone è stato ininterrotto, verso la Basilica della Salute, passando sul tradizionale ponte di barche appositamente allestito sul Canal Grande, e si andrà avanti così sino a notte.

VENEZIA IN ROSSO
La celebrazione di oggi è stata dedicata, per volontà di Papa Francesco, alla preghiera contro l'intolleranza religiosa: ieri sera, la notte della Salute, la chiesa e moltri altri palazzi veneziani si sono illuminati di rosso, rosso sangue, per ricordare i nuovi martiri cristiani, oggetto di persecuzione per la loro fede religiosa in moltissimi paesi del mondo. 

 



L'OMELIA DEL PATRIARCA
«L'indifferenza è l'origine di tutto ed è il primo male verso le minoranze religiose» ha ricordato il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia nell'omelia per la Festa della Madonna della Salute. «Un male - ha aggiunto ricordando il pellegrinaggio diocesano sul dramma dei Cristiani - che apre la strada la strada all'intolleranza e, poi, produce la persecuzione».
Per Moraglia, la mala pianta dell'indifferenza «è infatti all'origine di tutto e dice il fallimento di una società, di un programma educativo e - Dio non voglia - di un'intera generazione perchè, in tal caso, il male che ne deriverebbe sarebbe strutturale. L'indifferenza genera ogni tipo di crimine, non facendo argine, non opponendo resistenza e lasciando soli i perseguitati». In forza di una comune paternità, secondo il Patriarca di Venezia, «siamo tutti fratelli; è utopia pensare ad una fraternità fatta di libertà e uguaglianza ma priva della paternità comune»


IL SOGNO DI ASIA BIBI
Ieri sera, 20 novembre, La Basilica della Salute e altri luoghi simbolo di Venezia sono stati illuminati di rosso in ricordo e memoria dei cristiani perseguitati nel mondo. Tra le costruzioni illuminate il Ponte di Rialto, Cà Farsetti, Cà Pesaro, Cà Rezzonico e Palazzo Contarini del Bovolo; ma anche la Torre Civica, il Municipio e la Biblioteca Vez a Mestre. L'iniziativa, contraddistinta sui social network dall'hashtag #VeneziaInRosso, ha inteso mettere l'accento sull'importanza della libertà di culto in una città, Venezia, da sempre votata al dialogo e all'incontro tra culture. La processione era aperta dal Patriarca di Venezia monsignor Francesco Moraglia e dal vescovo copto cattolico della diocesi egiziana di Mynia, monsignor Botros Fahim Awad Hanna. Quest'ultimi hanno sottolineato l'importanza che centinaia di giovani abbiano partecipato all'appuntamento religioso, concentrando l'attenzione anche sulle testimonianze di cristiani perseguitati per la loro fede nel mondo. Tra queste sono giunte dal Pakistan le parole della figlia di Asia Bibi, Eisham, che ha ringraziato la Città per essersi spesa per la libertà di culto e ha espresso l'auspicio che presto la sua famiglia, «finalmente unita e libera», possa visitare Venezia.

LA STORIA

Nel 1630, mentre nella Serenissima Repubblica imperversava la peste, che aveva provocato oltre centomila morti, il Doge Niccolò Contarini fece voto solenne di erigere un grande tempio alla Vergine e che i veneziani l'avrebbero onorato ogni anno, per sempre, se la Repubblica fosse stata liberata dal flagello. Due settimane dopo non c'era più un morto di peste in tutta la Repubblica, ma il Doge stesso, negli ultimi giorni dell'epidemia, ne cadde vittima. Negli anni successivi il governo veneto fece erigere il tempio, e da allora la festa della Madonna della Salute fu inserita tra le feste nazionali della Serenissima e fu osservata solennemente in tutto il territorio della Repubblica fino alla sua caduta. E lo è ancora oggi, spontaneamente, a Venezia e in molte chiese dedicate alla Madonna della Salute in terraferma, in Italia, e fino in Istria e in Dalmazia, in moltissime città e paesi dell'antica Repubblica, per mantenere la promessa del Doge. La Serenissima infatti, per permettere alle popolazioni distanti dalla Capitale di osservare la Festa, favorì la costruzione in tutta la Repubblica di santuari dedicati alla Madonna della Salute, che sono a tutt'oggi numerosissimi, anche in piccoli paesi, e molti di questi santuari sono ancor oggi, come a Venezia, meta di pellegrinaggi il 21 novembre.

LE USANZE
A lato dell'aspetto religioso e civile, la festa della Madonna della Salute prevede per tradizione la preparazione di speciali "fritole" amatissime dai bambini, che vengono preparate in casa o vendute in decine di banchetti intorno al Santuario. Il piatto tradizionale del 21 novembre è la "castradina", un piatto dalmato, una particolare e squisita zuppa di montone di lunga preparazione, che moltissimi ristoranti propongono per l'occasione.

 
 





 

Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 08:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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