Licenziato dalla multinazionale, parte all'avventura con la barca a vela

Martedì 7 Agosto 2018 di Filippo De Gaspari
Francesco Cerclin Re a bordo della sua imbarcazione
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MIRANO - Licenziato dalla multinazionale, sceglie il mare e la libertà per rifarsi una vita. Da Mirano alle isole greche, poi chissà: Francesco Cerclin Re, 36 anni, da oltre un mese naviga per l'Adriatico e lo Ionio dopo essere rimasto in rada per 11 anni con un lavoro sicuro e uno stipendio più che dignitoso. Il sogno esce dal cassetto quando la multinazionale olandese per la quale lavora come area manager cambia proprietà, avvia una profonda ristrutturazione e lo lascia a casa. «Lì - racconta Francesco - ho capito che era il momento: l'esigenza di partire c'era anche prima, quello che mancava era il coraggio. Il licenziamento è stato il segnale». Una formazione breve di 4 anni, pochi forse per salpare in solitaria, ma l'esperienza non è tutto. «In realtà stavo ancora imparando - prosegue - ma il momento era arrivato: ho avuto quel coraggio che mi era mancato fino a quel momento per partire e affrontare un viaggio del genere da solo».

LA DECISIONE. Compra una barca, molla amici e morosa e parte capelli al vento, per l'occasione ossigenati, a sottolineare che adesso sì, volta davvero pagina. Il 3 luglio Francesco salpa da solo da Pellestrina con una Beneteau First 25.7, 7 metri e mezzo di libertà: un cucinino, cuccetta per dormire, un piccolo bagno, doccia solo fredda. «Una specie di mini camper, non ci si sta in piedi, bisogna adattarsi», spiega. E infatti i primi giorni sono i più difficili. Il Soldini miranese viaggia sottocosta, non è permesso spingersi al largo con imbarcazioni così piccole. Tappe: Friuli, Slovenia, Istria e poi giù lungo la costa dalmata fino al Montenegro, l'Albania. Giusto il tempo di abituarsi all'avventura, prendere dimestichezza con il vento (in mezzo anche due giorni di scirocco da paura) e accogliere a bordo due amici che lo accompagnano da Dubrovnik, nel tratto più duro. Da lì infatti iniziano i problemi veri: dopo aver rotto motore, una vela e uno dei due timoni, imbarcando anche acqua, Francesco deve fare una sosta tecnica. Pezzi di ricambio impossibili da trovare, ritardi nella consegna e a Valona (Albania) anche qualche guaio con la polizia.

L'AVVENTURA. «Ci siamo fermati senza autorizzazione - racconta - per una riparazione. La guardia costiera albanese non l'ha presa bene: ci ha posto in stato di fermo due ore, dovevano capire chi fossimo e dove stavamo andando. Poi hanno visto che ero sfinito e la cosa ha preso la giusta piega: alla fine mi hanno portato in un ristorante dove ho fatto la miglior mangiata di pesce di tutto il viaggio». Ora Francesco è in Grecia: ha lasciato la sua Beneteau a Lefkada, dove è sbarcato il 31 luglio ma è subito ripartito come aiuto skipper con alcuni amici che organizzano viaggi turistici in barca a vela per conto di un'agenzia di Mirano. Rientrerà il 18 agosto e solo allora deciderà che fare della sua vita e del suo amore per il mare: «Di fronte a me ci sono mille possibilità - conclude - ora che non lavoro mi sto togliendo un po' di sfizi. Diciamo che sono in un periodo sabbatico a tempo indeterminato. A Lefkada riprenderò la mia barca e deciderò se tornare a casa risalendo l'Adriatico o proseguire, magari verso il Dodecaneso, la Turchia, Creta. Magari nel frattempo scopro cosa voglio fare da grande. Per ora, è questo». Come dire: le decisioni importanti le porta il vento. E l'infinità delle vie possibili si può cogliere solo cercando di avere una vita vista mare.
 
Ultimo aggiornamento: 9 Agosto, 17:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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