La Lega accelera: ultimo sì al referendum Venezia-Mestre

Mercoledì 12 Luglio 2017 di Alda Vanzan
Luca Zaia e Luigi Brugnaro
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Iter completato per il referendum per la suddivisione del Comune di Venezia nei due Comuni autonomi di Venezia e di Mestre. Ieri pomeriggio, dopo un'ora di discussione, il consiglio regionale del Veneto ha approvato il cosiddetto corpo elettorale: come indicato dalla giunta di Luca Zaia, l'assemblea legislativa ha deciso che al quinto referendum voteranno solo i residenti nell'attuale Comune di Venezia e non della Città metropolita. È stata una votazione a sorpresa, perché l'argomento doveva essere discusso la prossima settimana ed è stato improvvisamente anticipato. Ora manca solo il decreto di indizione con la data, anche se la decisione politica è di effettuare l'election day il 22 ottobre assieme al referendum sull'autonomia. Preoccupato si è detto il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: «Stiamo già facendo i conteggi di quanto costerebbe la separazione alla città. I danni sarebbero enormi!».

Ma perché il consiglio regionale - pardon, la maggioranza leghista - a sorpresa ha deciso di accelerare l'iter del referendum? Da quanto raccontano a Palazzo Ferro Fini sarebbe stata una telefonata del deputato azzurro Renato Brunetta al governatore a far arrabbiare i leghisti. Brunetta - come si legge nell'articolo a fianco - ha chiesto a Zaia di non effettuare l'election day. Ma a sentire Radio Lega, la richiesta sarebbe andata oltre: bloccare il referendum. Che è esattamente quello che vuole il sindaco Brugnaro. Solo che ai leghisti il nome di Brugnaro ormai fa venire l'orticaria. Per vari motivi. Il primo è che Brugnaro non ha rispettato gli accordi elettorali del 2015 quando sottoscrisse un documento in cui tra l'altro si chiedeva il referendum - e il consigliere regionale Alberto Semenzato, all'epoca segretario del Carroccio, ieri ha letto quel documento in aula. Il secondo motivo è che i fucsia di Brugnaro alle ultime Comunali hanno fatto campagna elettorale contro i candidati sindaci leghisti sia a Mirano che a Jesolo.
 
Ergo, potrebbe la Lega assecondare la richiesta di Brunetta che è identica a quella di Brugnaro?
I più imbarazzati, ieri, erano i tre consiglieri forzisti Barison, Giorgetti, Donazzan. Che dopo aver provato, invano, a sapere dai vertici del partito che comportamento tenere, hanno deciso di votare la delibera senza spaccare la maggioranza: «Era un atto amministrativo - ha detto Donazzan - Ma da quello che abbiamo sentito in aula, è chiaro che adesso c'è un problema politico. E quello va affrontato dai partiti». A sentire Radio Lega, anche Zaia preferirebbe tenere separate le due consultazioni, ma c'è un problema di costi: il referendum sulla separazione costa 1 milione di euro ed è a carico della Regione. L'election day sarebbe la strada obbligata. A meno a che il ricorso al Tar presentato da Brugnaro non sortisca effetti. E si ventilano novità anche dalla Prefettura. Facile, dunque, immaginare che fino al 45° giorno prima del 22 ottobre il governatore non firmerà alcun decreto.

Per la cronaca: in consiglio hanno votato a favore Lega, Lista Zaia, i tre di Centrodestra Veneto (Bassi, Casali, Barbisan senior), Fdi, Fi, M5s, Valdegamberi, Guadagnini. Unico contrario Pietro Dalla Libera (Veneto civico). Pd e Mdp sono usciti dall'aula. Non hanno votato, pur presenti in aula, Zorzato e i tosiani Conte e Negro.
Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 08:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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