Paul Newman a Venezia, il successo di una foto d'autore

Mercoledì 14 Novembre 2018 di Paolo Navarro Dina
Paul Newman a Venezia
C'è dappertutto. La trovi condivisa migliaia di volte per la bellezza del soggetto su Fb. Per il fascino che lascia presagire. Per nostalgia e per sentimento. Ma non solo. In un'era di tweet politici e di strali tra oppositori, questa foto spunta negli amarcord di tanti, nei cinguettii di giovani e anziane navigatrici (e navigatori amanti di memorabilia). E infine è finita nei poster. E sicuramente a più di qualcuno piacerebbe pure che... scendesse dal muro. Già. È la foto di Paul Newman, 1963, in motoscafo nel cuore del Bacino di San Marco dove sullo sfondo si scorge appena Palazzo Ducale, il Molo e il Campanile di San Marco. Il mitico Paul dagli occhi azzurri e barba curata è ripreso in una posa semplice, leggermente languida, con un braccio appoggiato sul motoscafo, probabilmente un lussuoso Riva. Una immagine, oggi con i prodigi della tecnica, che viene anche abbondantemente photoshoppata ovvero modificata. Esiste una copia addirittura con l'attore che tiene tra le mani un sigaro cubano...
LO SCATTO DI CELIO
La foto originale, che costantemente fa il giro del mondo sulle piattaforme digitali, venne scattata da Celio Scapin, allora giovane fotografo veneziano, che aveva intrapreso la professione per passione e per lavoro, durante un trasbordo dell'attore dalla Mostra del cinema al Lido a Venezia. Scapin allora lavorava per l'agenzia Cameraphoto, un gruppo di giovani fotografi che sull'onda dei paparazzi della Dolce Vita romana, si era impegnato a documentare il glamour lagunare tra attori, attrici, artisti e intellettuali pronti a farsi immortalare così come oggi vanno forte i selfie, Instagram o i video su YouTube.
L'INCONTRO CON ORIANA
Newman è vestito con un elegante smoking, ha uno sguardo elegante da bel tenebroso e la fronte corrugata. Un successo su tutta la linea. E così, poco alla volta, è emersa anche la storia di questa fotografia. Non è stato facile risalire al momento e/o al frangente di quell'immagine, ma attraverso i ricordi di archivio, le informazioni aziendali, i brogliacci dei servizi fotografici, a poco a poco, è venuto alla luce un po' tutto. Guardando i documenti conservati dall'Agenzia Cameraphoto prima è stato individuato l'anno e il mese dello scatto: il 1963 (grazie anche ad altre immagini conservate del divo americano sulla spiaggia dell'Excelsior) e poi è stato ricostruito il contesto. Quel giorno Newman era reduce da un appuntamento con Oriana Fallaci, che non era ancora la giornalista famosa per i suoi reportage sulla guerra in Vietnam e l'autrice di tanti libri di successo. In quella circostanza, Fallaci era una cronista al seguito della Mostra del cinema per il settimanale L'Europeo e così scrisse dopo l'incontro con l'attore: Gli occhi del divo - raccontava ai lettori - giunto a Venezia da New York per presenziare al Festival, sono bellissimi. Sono bellissimi, però, anche le orecchie, i denti, il naso, le mani. Il divo, insomma, è bellissimo tutto». Come si direbbe adesso nulla è lasciato all'immaginazione. Un sorta di sindrome di Stendhal ad uso e consumo cinematografico. E per i lettori. Al di là degli aneddoti, Cameraphoto (ed è qui un vero e proprio privilegio), conserva tutte le immagini sia quelle storiche e rinomate, sia i provini, quelle tecnicamente brutte, di quell'incontro, ma che oggi farebbero comunque la gioia di qualsiasi Museo del Costume.
UN ARCHIVIO AFFASCINANTE
E queste sono solo alcune di uno straordinario archivio di foto, ben 320 mila di cui solo 24 mila quelle finora digitalizzate. «Stiamo lavorando per dare un futuro a questo prezioso patrimonio - sottolinea Vittorio Pavan, attuale titolare dello Studio fotografico - ma non mancano le difficoltà. Al momento il rischio più grande è quello della manutenzione dei negativi e la natura della loro composizione. Se non si agisce rapidamente risulterà inevitabile il deterioramento. Si perderebbe un patrimonio in immagini per un periodo che va dal 1946 al 1990, con ritratti, scene, vita vissuta, ospiti leggendari, tragedie come il Vajont, e momenti di popolo che hanno caratterizzato la vita culturale e artistica di Venezia».
LA RACCOLTA FONDI
E per questo, con una vera e propria campagna a tappeto ancor oggi Cameraphoto ha deciso di lanciare una sottoscrizione per cercare di far fronte alla situazione. L'obiettivo è quello di raccogliere fondi (cliccando sul link www.kickstarter.com. la piattaforma mondiale di finanziamento partecipato) e facendo riferimento a CameraPhoto. «Un'altra delle possibilità - chiosa Pavan - potrebbe essere che qualche istituzione si facesse carico, con tutta la propria forza, di questo progetto. Gli enti veneziani potrebbero in qualche modo impegnarsi in questo lavoro. Mi viene in mente anche il prossimo Museo M9 di Mestre interamente dedicato al Novecento. E che cosa c'è di più novecentesco e veneziano delle immagini di una agenzia fotografico-giornalistica che ha documentato 44 anni di vita di questa città in tutte le sue sfaccettature?». Sarebbe un risultato esaltante per un Museo pronto all'inaugurazione. E finalmente le foto dei divi alla Mostra del Cinema, da Marcello Mastroianni a Sophia Loren, da Alberto Sordi a Anna Magnani; le foto drammatiche di Longarone dopo la frana così come i cambiamenti urbani di Venezia, potrebbero essere definitamente al sicuro.
Paolo Navarro Dina
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Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 16:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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