VENEZIA - La prima impressione era che quel giallo potesse avere una sola spiegazione: omicidio. Quel corpo di un uomo, con il collo in una posizione estremamente innaturale, tanto da sembrare spezzato, trovato in un bagno dello stabilimento balneare dela Marina Militare di via Klinger a San Nicolò al Lido, pareva portare solo a questa conclusione. Ovviamente in questa fase delle indagini non è possibile scartare alcuna ipotesi, ma lo scenario scoperto successivamente dagli inquirenti lascerebbe pensare che, invece, si sia trattato di un suicidio. La vittima è un professore svedese, Emilio Di Asti, 50 anni, arrivato a Venezia pochi giorni fa e a cui mercoledì avevano rubato il portafoglio, motivo per cui al momento del ritrovamento era senza documenti.
A dare l'allarme, ieri mattina, alcuni inservienti della struttura che, intorno alle 8.30, si sono accorti del corpo facendo le pulizie dei servizi in vista dell'apertura delle prossime settimane. Un uomo, bianco, vestito bene, si trovava seduto sul water, il collo ripiegato indietro sulla parete. L'area è stata quindi recintata e sul posto si sono precipitati gli agenti della squadra mobile, i carabinieri e i militari della Marina. A coordinare le operazioni il pm titolare del fascicolo, Raffaele Incardona, e il procuratore reggente di Venezia, Adelchi D'Ippolito.
L'uomo è un professore svedese di origini italiane, arrivato a Venezia da pochi giorni. Mercoledì qualcuno gli aveva rubato lo zainetto, dove appunto conservava il portafoglio con tutti i documenti, i contanti e il cellulare. Di Asti si era presentato subito dopo il furto in caserma dai carabinieri a San Zaccaria per sporgere denuncia. Che cosa sia accaduto in seguito, è ancora in fase di accertamento da parte della procura di Venezia.
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