Padre di 3 figli cura e accoglie in casa un migrante minorenne

Lunedì 16 Ottobre 2017 di Davide Tamiello
Padre di 3 figli cura e accoglie in casa un migrante minorenne
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MARGHERA - A volte i fiori nascono anche nel deserto. Nell'epoca delle barricate anti migranti,  la storia di Magdy e Momo ha l'effetto di un tonico rigenerante. «Perché non te li porti a casa tua?» Beh, c'è chi lo fa. E il chi questa volta ha un nome (e più cognomi): Magdy Maher Louka Baskharoun, a dispetto di pregiudizi, differenze di religione, spazi e possibilità economiche, ha accolto sotto il suo tetto un giovane migrante.

Momo ha 15 anni, ma ne dimostra decisamente meno. Ha lo sguardo sveglio, sotto il frontino del berretto degli Yankees. Un adolescente come mille, scaraventato all'improvviso tra gli adulti. Il suo inferno inizia in Tunisia, al secondo matrimonio della madre: quella casa si trasforma in una sorta di carcere domestico. Il patrigno non lo vuole, lo mette alla porta per due volte. Momo prende la sua decisione: andarsene per fare da apripista all'estero e poi aiutare sua madre a uscire da quella prigione. Si infila di nascosto, tra altri migranti, su un barcone per la Sicilia. Il viaggio è duro e lui è da solo, ma riesce a sbarcare sulla costa italiana. Si arrangia come può, pochi euro in tasca e sale su un treno, arriva a Napoli. Qui cerca un altro passaggio per Venezia. Dorme all'addiaccio, tutte le notti. Parla solo arabo, non una parola d'inglese o di italiano e non chiede aiuto, finché non si addormenta esausto su quella panchina del parco Sant'Antonio a Marghera.

Magdy Maher Louka Baskharoun vive nel Veneziano da più di dieci anni. Ha 50 anni e viene dall'Egitto, ha tre figli di 19, 16 e 5 anni. La più piccolina parla solo italiano, l'arabo lo mastica a fatica. «Io ho tre figli, adesso ne ho un quarto - dice sorridente il 50enne  - non potevo deludere la mia bambina. Quando l'abbiamo trovato si è messa a piangere e mi ha detto: papà lo dobbiamo aiutare». 
 
Ultimo aggiornamento: 09:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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