Il francese di Murano, vetraio per passione ma ammonisce: «Qui sono gelosi ed egoisti»

Domenica 29 Ottobre 2017 di Manuela Lamberti
Aristide Najean
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La matita è la sua arma, con la quale si concretizza un'idea e un'ispirazione, che è un cavo tra l'artista e il cielo. Poi c'è il vetro, che stupisce per la sua eterna bellezza, c'è Murano che vede combinati tutti gli elementi della terra, dalle montagne alla laguna, e c'è la luce, senza la quale non esisterebbe il mondo.

CURIOSO
Aristide Najean è un curioso di natura. Ma anche una persona dall'entusiasmo travolgente, un vulcano di idee e di passione. Perché senza questa, dice, non si va da nessuna parte. A Murano lo chiamano il francese in un'accezione, a dire il vero, non tanto positiva. Perché? «Mi sono ritrovato anni fa una scultura con un cappio, i muranesi sono gelosi ed egoisti sorride è una cosa triste e un vero peccato perché qui dobbiamo essere al servizio dell'arte e ci sono tutte le potenzialità per farlo. Non si rendono conto che qui siamo in pericolo ed è urgente fare qualcosa. Su 1300 operai solo poco più di 300 sono in servizio. A Murano c'è un'energia particolare, che amo, e ho capito che qui resteranno solo quelli che vogliono davvero andare avanti, perché c'è un futuro ma è di qualità, di innovazione, di benessere per gli altri e non solo personale». Eppure, il francese, nato ad Algeri e poi trasferitosi a Poitiers, a Murano ci vive definitivamente ormai da quasi un ventennio, anche se è nel 1986 che ha mosso i suoi primi passi alla scoperta del vetro artistico con il maestro Badioli...
 
Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 08:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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