Venezia, laboratorio gourmet fra felici ritorni e new entry

Venerdì 12 Maggio 2017 di Claudio De Min
Nicola Dinato e Luca Tartaglia
L’arte, certo, sazia anima e mente ma poi bisogna pur mangiare. E le migliaia di visitatori che caleranno in città per la Biennale Arte 2017 non avranno che l’imbarazzo della scelta. Anche dentro la Biennale - per chi ha fretta e non vuol perdere troppo tempo a tavola e allontanarsi eccessivamente – tanto per cominciare, dove il “Molo di Venezia” (leggi lo storico Molo 5 e il nuovo Bistrot 55 a Mestre), gestisce 8 bar (4 ai Giardini e 4 all’Arsenale) per una ristorazione veloce e due ristoranti (1+1) per un pasto meno frettoloso.

Ma Venezia è sempre più luogo gourmet diffuso, come testimoniano non solo le 7 stelle Michelin presenti in città e il continuo arrivo di grandi firme della cucina. Alajmo a parte (ormai loro sono veneziani a tutti gli effetti, a maggior ragione dopo l’apertura di “Amo”), ci sono Giancarlo Perbellini (Dopolavoro, a Sacca Sessola), Davide Oldani (all’Aman) ed Enrico Bartolini (al Glam del Venart hotel a San Stae): affidata la cucina a Donato Ascani, propone un menu degustazione a 90 euro in un contesto di grande bellezza.

Però non di sole stelle vive l’affamato, anzi. E proprio in queste settimane c’è un via vai di ritorni e addii, partenze e ripartenze. Storie di cucina, molte diverse fra loro eppure curiose. C’è la storia di Francesco Amato, mestrino, protagonista della penultima edizione di MasterChef, che ha appena coronato un sogno: fare della cucina la sua vita e la sua professione. Dalla settimana scorsa è entrato infatti nella brigata dell’Osteria al Theatro, accanto alla Fenice, in campo San Fantin, nella nuova gestione del locale.
O quella di Giovanni Ciresa, lombardo, appena tornato in città, cinque anni dopo averla lasciata, e proprio in quella che, per 10 anni, fu la sua casa, il ristorante De Pisis dell’hotel Bauer. Anche se molto è cambiato: “Oggi vogliamo tornare alla semplicità della tradizione – spiega -, dove la qualità e gli ingredienti saranno la pura essenza del piatto» dice lo chef che sarà consulente e coordinatore di due brigate: quella del De Pisis con Martino Longo, e quella del Palazzo, affidata a chef Fedrighi che avrà anche un menu vegetariano. Prevista una decisa sforbiciata ai prezzi. Ottima idea, anche per avvicinare i veneziani a tanta bellezza e bontà.
Il tutto mentre sta per partire la nuova avventura di Nicola Dinato (padovano, stellato al Feva di Castelfranco Veneto) allo storico “dalla Zanze”, in fondamenta dei Tolentini, a due passi da Piazzale Roma: ai fornelli Luca Tartaglia, reduce dall’esperienza parigina nel tristellato Astrance. Si chiamerà Zanze XVI (per ricordare le origini di questa insegna, datate appunto nel XVI secolo) e il concetto sarà quello di Nuova Osteria Veneziana, fra accoglienza, convivialità e cucina di alto profilo, con materie prime e stagionali da produttori locali e tre percorsi degustazione: Mare (5 portate), Terra (5), Anima (8 portate). Il tutto a prezzi contenuti perché, afferma Dinato «il piacere del convivio e della qualità devono essere una scelta personale e non dipendere dalle proprie finanze». Apertura ai primi di giugno.
Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 08:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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