Giancarlo Ligabue, passioni a tutto tondo: paleontologo, esploratore e imprenditore

Lunedì 12 Febbraio 2018 di Alberto Toso Fei
Illustrazione di Matteo Bergamelli.
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La sua vita è stata indubbiamente connotata da grandi passioni: per l'avventura, innanzitutto; e per la conoscenza, alimentata da una fortissima determinazione non solo a conoscere, ma soprattutto a far conoscere. Da paleontologo e antropologo Giancarlo Ligabue – in quarant'anni di attività – partecipò ad almeno centotrenta spedizioni, in gran parte finanziate interamente da lui. Amico di Piero Angela, col quale e per il quale girò più di settanta documentari in giro per il mondo, fu probabilmente lo scienziato veneziano più conosciuto del Novecento, e contribuì in ogni modo alla diffusione di nuove scoperte in ambito archeologico, etnologico e paleontologico favorendo la promozione culturale e la ricerca grazie al Centro Studi e Ricerche Ligabue, fondato da lui nel 1973.

Quartogenito di Zita Mazzieri e Anacleto Ligabue, che nel 1919 aveva fondato il Gruppo Ligabue Catering (che riforniva le navi della Società Veneziana di Navigazione), Giancarlo Ligabue nacque a Venezia il 30 ottobre 1931; si laureò in Economia a Ca' Foscari ma proseguì gli studi in Francia seguendo fin da subito le sue inclinazioni e conseguendo un dottorato in paleontologia alla Sorbona di Parigi.

Mecenate d'altri tempi, una volta a capo dell'azienda di famiglia mise comunque le sue risorse e le sue capacità al servizio della città; se il Museo di Storia Naturale di Venezia è uno dei più belli e interessanti d'Italia, per sede e qualità delle collezioni, si deve in gran parte a lui, che lo presiedette e che donò decine di reperti; i più noti sono gli scheletri dei due grandi dinosauri che riempiono una intera sala del museo, il Sarcosuchus imperator – un enorme coccodrillo preistorico di undici metri – e l'Ouranosaurus nigeriensis, scoperto da lui nel deserto del Niger e che è lo scheletro integro di un unico esemplare (di solito i dinosauri dei musei sono ricostruiti a partire da elementi di più scheletri), eventualità che lo rende ancora più unico e prezioso.

In lui non venne mai meno la sete di esplorazione: portò alla luce giacimenti con fossili di ominidi in Mongolia, percorse il centroamerica per studiare le popolazioni pre-colombiane, scoprì e conobbe nuove civiltà. Anche con disavventure a lieto fine, dalle quali uscì indenne grazie al suo spirito. Un giorno atterrò con l'elicottero in un villaggio della Colombia e fu subito circondato da soldati armati che gli sembrarono della tribù che stava cercando: “Per fortuna siete voi, avevo paura che foste guerriglieri”. “Ma noi siamo guerriglieri”, fu la risposta. E Ligabue: “Yo tambièn soy un guerrillero. Sono tutti i giorni in guerra con mia moglie”. E li fece ridere.

Ma la verità è che Sylvia Granier, la moglie di origine boliviana che gli diede il figlio Inti (che ha raccolto il testimone del padre in azienda e ha costituito nel 2016 la Fondazione Giancarlo Ligabue in continuità col Centro Studi), fu sempre amatissima. Negli anni fu insignito di altre cinque lauree honoris causa, di innumerevoli riconoscimenti nazionali e internazionali e fece parte di diversi Istituti e Fondazioni; eppure, appassionatissimo di pallacanestro, non esitò – a partire dal 1962, per quasi un ventennio – ad assumere la presidenza della Reyer Venezia, che sotto la sua guida riapprodò trionfalmente nella massima serie.

A Giancarlo Ligabue, che con i suoi studi ha rivoluzionato la conoscenza della vita preistorica, sono stati intitolati negli anni diversi nuovi dinosauri scoperti: come il piccolo "Agustinia Ligabuei", lo scorpione cretacico “Araripescorpius Ligabuei” e il creodonte “Masrasector Lagabuei”. A Gian Antonio Stella, che lo intervistò per il “Corriere della Sera”, raccontò: “In Patagonia hanno trovato un piccolo dinosauro insettivoro e lo hanno chiamato 'Ligabueino Andesi'. Che faccio: me ne vanto? Praticamente è una gallina...”. Studioso, imprenditore, amante della vita e del bello, persona eclettica e generosa, Giancarlo Ligabue si è spento il 25 gennaio 2015 nel suo palazzo sul Canal Grande che aveva trasformato in un meraviglioso museo paleoetnologico.
Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 10:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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