Gabriele Condulmer (Eugenio IV): il giovane papa in fuga con la barca

Lunedì 2 Aprile 2018 di Alberto Toso Fei
Gabriele Condulmer nel disegno di Matteo Bergamelli
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Gabriele Condulmer (1383-1447, dal 1431 Eugenio IV) duecentosettimo papa della Chiesa cattolica

Non ancora cinquantenne era già diventato papa col nome di Eugenio IV, in un periodo difficilissimo per la chiesa cattolica, compressa tra scismi interni (e con la chiesa d'Oriente), battaglie conciliari e la cattività avignonese che si combatteva a colpi di papi e antipapi. D'altronde, Gabriele Condulmer era stato nominato cardinale dallo zio papa Gregorio XII a soli venticinque anni. Nato a Venezia l'11 gennaio 1383 da Angelo Condulmer e Bariola Correr, appartenenti a due facoltosissime famiglie dell'aristocrazia della Serenissima, Gabriele Condulmer era stato avviato alla vita ecclesiale (assieme al cugino Antonio Correr) nella piccola comunità agostiniana sull'isola di San Giorgio in Alga.

Ma l'ascesa al soglio pontificio del fratello della madre ne accelerò la carriera, proiettandolo prepotentemente nella turbinosa vita delle stanze vaticane. Il veneziano si abituò presto alla sua nuova condizione: Gregorio XII aveva un alter ego ad Avignone, Benedetto XIII; la piaga dello scisma si ricompose grazie a un Concilio – slegato da entrambi i candidati al papato – che si concluse con l'abdicazione dello zio e l'elezione di Martino V, nel 1417, alla quale egli stesso contribuì, mantenendo il suo status cardinalizio. Quattordici anni più tardi fu lui stesso incoronato a San Pietro, assumendo appunto il nome di Eugenio IV. Ma i guai erano appena iniziati: appena divenuto papa si scontrò aspramente con la famiglia più potente di Roma, i Colonna, che per tutta risposta gli tolse il dominio sulla città imponendo un governo comunale autonomo. Il 4 maggio 1434 Eugenio IV fu costretto a una fuga in barca, lungo il Tevere, mentre dalle rive veniva bersagliato con pietre. La pace fu ristabilita nell'ottobre successivo, ma Gabriele Condulmer rimase fuori dall'Urbe per dieci anni, vivendo tra Bologna e Firenze. Nel frattempo si era aperto a Basilea un nuovo Concilio, voluto dal suo predecessore Martino V per affrontare le posizioni “eretiche” degli hussiti boemi e la riunificazione della Chiesa cattolica con quella ortodossa, che si tradusse però in un braccio di ferro tra il pontefice romano e i conciliaristi su attribuzione di poteri e riscossione delle decime.

Anche la scelta di Eugenio IV di avviare la discussione coi fratelli ortodossi a Ferrara (e poi a Firenze) invece che a Basilea o Avignone come chiedeva il partito “conciliarista”, scatenò un incrocio di sospensioni “a divinis” e scomuniche. Nel 1439 fu proclamata l'unione tra le due Chiese; lo stesso anno Eugenio IV sottoscrisse un accordo con la Chiesa apostolica armena; frattanto però i padri conciliari riuniti a Basilea lo avevano scomunicato come eretico, eleggendo come antipapa Felice V (l'ambizioso Amedeo VIII di Savoia).

A nulla valsero gli sforzi dei suoi nemici: Eugenio IV fece un trionfale ritorno a Roma il 26 settembre 1443. Nel frattempo non aveva rinunciato di certo a fare il papa, con alterni successi: aveva promosso una fallimentare crociata contro gli ottomani, aveva condannato gli spagnoli (che continuarono a sostenere che non si trattava di uomini ma di creature che non erano razionali, una specie di animali) per la riduzione in schiavitù dei Guanci, gli abitanti delle isole Canarie, e aveva reso Roma terreno di incontro tra artisti di scuole diverse, creando i presupposti per quello stile che presto sarebbe stato definito “romano”.

Nel corso del suo pontificato mostrò grande bontà nei confronti dei poveri e riformò alcuni ordini monastici; figlio di un sistema nepotista, senza il quale probabilmente non sarebbe mai asceso al soglio pontificale, fu molto austero nella condotta privata e non si macchiò di quella stessa pratica infamante.
Fu attento alle arti e allo studio, e uno dei primi provvedimenti che assunse da papa, nel 1431, fu la riorganizzazione dell'università di Roma, che da lui ricevette un nuovo impulso. Morì il 23 febbraio 1447, dopo poche settimane di malattia, affermando sul letto di morte che rimpiangeva l'aver lasciato il monastero, tanti anni prima.
Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 08:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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