Flavia, la veneziana che punta a guidare la sanità mondiale

Lunedì 23 Gennaio 2017 di Maurizio Dianese
Flavia, la veneziana che punta a guidare la sanità mondiale
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E’ in corsa per diventare la direttrice generale dell’Organizzazione mondiale della sanità. Si chiama Flavia Bustreo, ha 55 anni ed è una mestrina Doc. Nata a Camposampiero, Flavia Bustreo infatti ha sempre abitato con la famiglia, mamma, papà e due fratelli a Catene, in via Parco Ferroviario vicino alla zona industriale di Porto Marghera, e infatti «per pagarmi l’università ho fatto per sei anni la cameriera in pizzeria». Pensare che se arriverà ai vertici dell’Organizzazione mondiale della sanità – guidando 8mila dipendenti nel mondo – dovrà ringraziare, oltre a se stessa, due donne, la professoressa. Zuccolo e mamma Maria Rosa. E’ stata la prof delle medie a telefonare a suo padre, che voleva avviare la figlia alle Magistrali, per convincerlo a lasciare che si iscrivesse al liceo Franchetti. «Sua figlia ha una marcia in più, la lasci studiare»,– ha detto l’insegnante a papà Lino che, peraltro, in casa aveva già la moglie che a tutti i costi voleva che la figlia andasse al liceo classico e poi all’università. Ed è esattamente quello che ha fatto, Flavia Bustreo, iscrivendosi a Medicina a Padova e specializzandosi in epidemiologia. Gli anni della formazione, quelli più importanti - racconta - sono tutti strini, perchè qui ha giocato anche a pallavolo «ma ero alta 1 e 68 e invece per arrivare alle nazionali bisognava essere 1 metro e 70. Per due centimetri non mi hanno selezionata, ma non ho lasciato perdere, ho continuato a giocare ed ero brava»,
Giocando a pallavolo e frequentando l‘Azione cattolica «ho imparato ad ascoltare e questa della diplomazia e dell’ascolto è una caratteristica che mi riconoscono tutti. Che cosa può dare di più una italiana all’Oms? La cultura della salute per tutti. Il diritto alla salute è scritto nella nostra Costituzione, ma è tutt’altro che un bene riconosciuto come tale nel mondo. Basti dire che solo la metà dei 194 Paesi dell’Oms riconosce il diritto alla salute. E quindi c’è molto da fare».
Flavia Bustreo, da brava capitana della squadra di pallavolo di Mestre, ha portato nel mondo la capacità di costruire team ed ha avuto un ruolo chiave nell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Non solo, è lei che ha messo a punto il primo Piano di azione globale contro la violenza sulle donne e i bambini e a lei l’Italia affida ora il compito di esportare nel mondo il principio del diritto alla salute.
È la prima volta nella storia che un italiano è in lizza per diventare direttore generale dell’Oms e Flavia Bustreo dovrà vedersela da qui a settembre con un francese, un inglese, un etiope, un ungherese e una pachistana. Chi ha più esperienza è proprio lei, che ha il curriculum di un vero leader già riconosciuto nel mondo perché da oltre un lustro è vicedirettrice generale dell’Oms. «Ma sono partita dalla gavetta, girando tutto il mondo. È per questo che il passo ulteriore non mi intimorisce, anzi mi entusiasma». 
L’esperienza più bella – racconta – in Sudan «quando siamo riusciti a dare assistenza a 5 milioni di sfollati». E la più brutta? «La discriminazione che ho subito, ormai vent’anni fa, quando sono arrivata per la prima volta a Ginevra. Avevo un capo giapponese che insomma non si dannava certo l’anima ad aiutarmi, ma è acqua passata. Noi veneziani abbiamo nel nostro Dna la capacità di creare ponti e questo mi è servito molto». In via del parco Ferroviario a trovare mamma e papà, 94 e 92 anni, è tornata per Natale, ma con i genitori e i due fratelli è in contatto continuo: «I miei genitori mi seguono, certo, mia mamma ha un account whatsapp e non si perde un tweet o un intervento sulla mia pagina internet, ci mancherebbe». Del resto, se la figlia diventerà la donna più importante del mondo nel campo della sanità, il merito sarà per metà suo, di mamma Maria Rosa.
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Ultimo aggiornamento: 24 Gennaio, 08:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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