Titanic, quel film ordinato dal nazista Goebbels sparito e poi riapparso in Russia Foto

Domenica 22 Gennaio 2023 di Giuseppe Ghigi
Titanic nazista, quel film ordinato dal nazista Goebbels sparito e poi riapparso in Russia

1943: su tutta la Germania piovono le bombe angloamericane e il morale dei tedeschi è sempre più basso. Hitler convoca Joseph Goebbels e gli chiede di realizzare un film di propaganda antibritannica che sostenga il cinismo, l'avidità e la viltà dei nemici.

Si doveva dimostrare che gli inglesi erano un popolo di plutocrati privi di qualsiasi forma di eticità. Niente di meglio che raccontare la tragedia del Titanic mostrando che il naufragio dell'«inaffondabile» transatlantico era stato causato, più che dall'iceberg, dalla sete di profitto dei proprietari della White Star, gli armatori della nave. Già in fase di sceneggiatura, il progetto venne definito dalla stampa specializzata tedesca la dimostrazione del brutale cinismo degli speculatori inglesi.


L'IDEA
Realizzare un film con una nave che naufraga presentava sulla carta molte difficoltà per la guerra in corso; ma dato che il budget era consistente - quattro milioni di Reichsmark - e che Goebbels insisteva, il progetto prese il via. A dirigere il Titanic nazista è all'inizio Herbert Selpin, uomo dal carattere collerico, ma perfezionista sul set. Selpin non voleva girare su set ricostruiti o usando modellini del Titanic: voleva avere una vera nave, cosa non facile di quei tempi. Come reperire un transatlantico quando tutto il naviglio era a disposizione del conflitto? La Kriegsmarine, la Marina di guerra nazista, era restia a consegnare una nave per girare un film che avendo molte scene di notte (quindi con forte illuminazione) sottoponeva al rischio di essere colpiti dall'aviazione nemica. Goebbels riuscì, tuttavia, a far avere a Selpin il transatlantico Cap Arcona usato durante la guerra per trasportare profughi dalla Prussia orientale. La nave era stata costruita con grande lusso nel 1927 per emulare il Titanic e il suo destino, come vedremo, sarà molto più tragico.


SOLDATI COMPARSE
Selpin non si accontentò di avere la Cap Arcona, aveva bisogno di un gran numero di comparse: Goebbels lo accontentò e mandò sul set soldati della Wehrmacht. Le riprese procedevano a rilento anche per le continue intrusioni dei soldati sul set che entravano in campo in divisa o disturbavano le riprese. La situazione precipitò il 15 maggio del 1942, quando, durante un litigio con Zerlett-Olfenius, Selpin gridò: «Tu e i tuoi soldati codardi e patetici della macchina da guerra nazista». Aveva superato il limite e l'aveva fatto con l'uomo sbagliato perché Zerlett-Olfenius non era solo uno sceneggiatore, ma anche una spia incaricata dalla Gestapo di sorvegliare il regista. Goebbels convocò Selpin a Berlino e lo fece arrestare; il 31 luglio il regista venne trovato impiccato nella sua cella: ufficialmente si era suicidato usando le sue bretelle come cappio.


PROPAGANDA SOVIETICA
La regia venne quindi affidata a Werner Klingler che lo terminò nell'ottobre del '42. Quando il 17 dicembre Goebbels ebbe modo di vedere la copia finale, si rese probabilmente conto che era stato un grande errore produrre il film: un capitano porta la sua nave ad affondare era una storia che poteva ingenerare nel pubblico pericolose similitudini con la Germania (la nave) e Hitler (il capitano) e bloccò l'uscita del Titanic che ebbe alcune isolate proiezioni a Praga e nella Parigi sotto occupazione nazista. Ma la vicenda del Titanic non si concluse con la fine del Terzo Reich. Nel 1950, il film venne proiettato a Berlino Est con l'approvazione sovietica: era diventato strumento di propaganda anti britannica e anti capitalistica. Fin qui la storia del film, ma non finisce qui la vicenda della Cap Arcona. Siamo nel marzo del 1945, le truppe sovietiche avanzano e il 14 aprile Himmler emana l'ordine: «I campi di concentramento devono essere evacuati, nessun prigioniero dovrà cadere vivo nelle mani del nemico». Evacuati e non uccisi: iniziano così le marce della morte verso ovest. Più di una decina di migliaia di sopravvissuti arrivano nel campo di concentramento di Neuengamme, vicino ad Amburgo, molti a piedi, altri su carri merci (uno di questi treni viene dimenticato e dopo dieci giorni tutti i reclusi morirono).


IL MASSACRO
Nella baia di Neustadt-Lubecca, a un centinaio di chilometri dal lager, stazionano in rada alcuni piroscafi fatti arrivare lì da Himmler: l'Athen, la Deutschland e la Cap Arcona. Il capo delle SS di Amburgo, von Bassewitz-Behr, dà l'ordine di imbarcare sulle navi i prigionieri e ancorarle a qualche miglio di distanza dalla costa. Le navi non dovranno avere né acqua, né cibo; tutte le scialuppe o i salvagenti dovranno essere distrutti, le latrine chiuse e i serbatoi riempiti di nafta. Il perché è chiaro: le navi dovevano essere incendiate e trasformate così in forni crematori, quando non affondate. Con qualche difficoltà, a metà di aprile, migliaia di ebrei e di altri detenuti, sono portati con delle chiatte sulle navi e più di seimila nella sola Cap Arcona; molti vengono gettati nelle acque gelide della baia prima di arrivare ad imbarcarsi, così si alleggeriva il carico, altri uccisi perché non riuscivano, deboli com'erano, a salire le scalette d'imbarco. Il racconto dei pochi sopravvissuti è drammatico: a bordo cadaveri in putrefazione ovunque, i portelloni delle stive chiusi, impossibile sdraiarsi perché stipati come sardine, e il pavimento ricoperto di feci e urina.


IL CROLLO
Il 30 aprile, Hitler si suicida nel suo bunker e le truppe angloamericane assediano il ridotto Lubecca, uno degli ultimi lembi di Germania ancora nelle mani naziste, ma le SS non demordono: l'ordine di Himmler va eseguito. A dare una mano ai criminali nazisti, purtroppo, un errore della Raf (ma alcuni sostengono che non si sia trattato di un vero e proprio errore): credendo che le navi potessero servire a far fuggire i nazisti in Norvegia, il comando alleato decide il 3 maggio di bombardarle. Così avvenne: alcune affondarono, altre si incediarono cremando migliaia di prigionieri e chi riusciva a nuotare fino a riva trovava le SS ad ucciderli, mentre i secondini delle navi, prima di mettersi in salvo, assassinavano chi trovavano sui ponti. Nonostante avessero ormai i soldati alleati a poche centinaia di metri, le SS, gli anziani della Volkssturm e ragazzi della Hitler-Jugend, più che mettersi in salvo, pensavano ad eseguire l'ordine criminale dando la caccia sulle spiagge ai naufraghi. Le cifre dell'ultimo sterminio nazista sono incerte: forse decine di migliaia e per settimane si raccolsero cadaveri sulla battigia di Neustadt; ma a salvarsi, come racconta Robert Watson nel suo The nazi Titanic, è Berek Jakubowicz, il dentista di Auschwitz, che, sopravvissuto al lager, alle marce della morte, riuscirà ad arrivare a riva e a nascondersi fino alla liberazione. Un destino incredibile il suo, come quello della Cap Arcona destinata a essere prima set di finzione per un film sul colossale disastro marittimo del Titanic e poi set reale del terribile Titanic-Holocaust.

Ultimo aggiornamento: 17:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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