L'esperta spiega: «Davanti alla morte viviamo veramente»

Sabato 17 Giugno 2017
L'esperta spiega: «Davanti alla morte viviamo veramente»
1
ROGO DI LONDRA - Antonella Baiocchi, psicologa e psicoterapeuta, cosa succede alla psiche quando si è a tu per tu con la morte, senza possibilità di salvarsi?
«La consapevolezza della precarietà della vita costringe a rielaborare le priorità dei nostri obiettivi, ci fa tornare a capire cosa è veramente, autenticamente, profondamente importante per noi. Il non avere più tempo davanti a sè, fa comprendere quali sono i veri valori della vita, ci libera da quelle che riteniamo falsamente delle necessità, invece si tratta di inutili sovrastrutture, insomma ci fa compiere un vigoroso colpo di spugna nei confronti di bisogni superficiali e disvalori che, in condizioni di normalità, tendono a rovinare, annacquare, inquinare le nostre giornate. La prossimità con la morte ci svela insomma la loro assoluta inconsistenza».

È come se gli ultimi istanti di vita fungessero da lente di ingrandimento del nostro essere?
«Certamente. Quando si tocca drammaticamente con mano che manca ancora poco da vivere, le cose principali della nostra esistenza, come dire i fondamentali sui quali si poggia il nostro vivere più essenziale e vero, vengono a galla. E lo fanno prepotentemente. Riemergono con estrema forza l'amore per i genitori e i familiari, l'affetto per gli amici, la voglia di chiedere scusa o perdono per qualcosa che si è commesso, la volontà di ringraziare per il bene e il buono ricevuto. La consapevolezza di non avere più tempo per farlo, che non ci saranno altre occasioni, che la vita non darà una seconda possibilità perchè è giunta al suo termine, porta a esprimere il proprio affetto, e farlo in modo diretto, chiaro, inconfutabile».
 
Ultimo aggiornamento: 10:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci