La vera storia di Desdemona, tra Shakespeare e realtà

Domenica 9 Dicembre 2018 di Alberto Toso Fei
Illustrazione di Matteo Bergamelli
La sua vicenda oggi rientrerebbe nella categoria dei femminicidi (che sono evidentemente una antica e odiosa piaga dura a tramontare), sebbene suo marito Otello, una volta ristabilita la verità, non esiti a togliersi lui stesso la vita per averla accusata ingiustamente e uccisa, accecato da una gelosia incontrollata inoculatagli sottilmente dal suo attendente Iago. Eppure la parabola di Desdemona iniziò sotto i migliori aupici, e la sua unione col condottiero nero sembrò nel racconto di William Shakespeare una grande storia d'amore, perché nata da un sentimento profondo in un periodo storico nel quale per le nobili veneziane erano previsti solamente matrimoni combinati, o il convento. A tal punto Brabanzio il padre della ragazza avversa quelle nozze, che non esita a trascinare il Moro a processo davanti al doge in persona accusandolo di avergli rapito la figlia utilizzando arti magiche; per difendersi Otello si produce in uno dei più eloquenti, sofisticati e seducenti discorsi mai messi da Shakespeare in bocca a un personaggio. Non a caso il doge, respingendo le accuse, dice con ammirata ironia: Credo che questo racconto conquisterebbe anche mia figlia. Desdemona segue subito il marito a Cipro, dove è stato mandato a combattere i turchi, e rimane invischiata suo malgrado in un torbido giro di ripicche e gelosie del quale diventa vittima innocente, con un suo fazzolettino carpitole con l'inganno e fatto sapientemente trovare a Otello tra le mani di Cassio, luogotenente del Moro.
William Shakespeare attinse nel 1604 la trama della sua celebre tragedia dagli Hecatommithi del tragediografo ferrarese Giambattista Giraldi Cinzio, scritti nel 1565. Entrambi, per un riguardo all'aristocrazia veneziana, avrebbero forse fatto figurare come protagonista delle loro opere un moro di pelle, piuttosto che di cognome.
Una delle teorie correnti sulla vera identità di Otello è che si possa trattare di Cristoforo Moro, patrizio veneziano che venne spedito come luogotenente a Cipro nel 1505 e tornò in città tre anni dopo, perdendo nel corso del viaggio la moglie. Nel 1515 si sposò in seconde nozze con una figlia di Donato da Lezze, il cui soprannome era Demonio Bianco, appellativo dal quale si può forse ipotizzare sia stato coniato il successivo Desdemona. In realtà l'unico personaggio del quale viene rivelato il nome nella storia di Giraldi Cinzio che si mantiene uguale nella trama, ma che Shakespeare arricchisce e rende eterna è proprio Disdemona, che in greco significa dal destino avverso.
Di lei, per dire la verità, al di là della doppia nascita letteraria non sappiamo molto: ne conosciamo il padre e sappiamo da Shakespeare che ha uno zio, Graziano, e un altro parente di nome Lodovico. Sappiamo che è molto giovane e bella (secondo alcuni studiosi dell'opera del Bardo tra lei e Otello c'è una differenza d'età di tredici anni) e che è appunto molto innamorata del Moro.
La prima rappresentazione documentata del dramma di Shakespeare ebbe luogo il primo novembre 1604 al Whitehall Palace di Londra; da allora è impossibile sapere quante repliche, trasposizioni televisive, parodie, rimandi, elaborazioni artistiche siano state fatte dell'opera, e dunque della figura di Desdemona, che divenne anche personaggio lirico grazie ai lavori di Giuseppe Verdi e Gioachino Rossini.
Una certa tradizione, ripetuta in molte guide di Venezia a partire dall'Ottocento, colloca poi la Casa di Desdemona a Palazzo Contarini-Fasan, piccolo gioiello architettonico in stile gotico fiorito sul Canal Grande guardando verso San Marco dalla chiesa della Salute (mentre in campo dei Carmini sorge ancora un antico palazzo abitato in un lontano passato dai Moro, conosciuto come la Casa di Otello).
Desdemona nasce dunque letterariamente a Venezia e muore nel suo letto nuziale a Cipro, soffocata con un cuscino da Otello, travolto dalla gelosia. Il quale, preso dal rimorso, a sua volta si toglie la vita, ricadendo sul corpo della moglie. Cinzio diede una morale: le donne europee non sono adatte a maritare gli uomini di altre nazioni. Shakespeare non riprodusse questa osservazione.
 
Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 18:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci