CONA - Non millecinquecento ma duemila profughi. Bagni sempre intasati e acqua fredda, con gli ospiti costretti a mettere i pentolini sul fuoco per potersi lavare. Uno dei tendoni lasciato al freddo perché il condizionatore non è abbastanza potente per riscaldare l'ambiente.
Sono le condizioni di vita quotidiana all'interno dell'ex base di Conetta descritte da Mattia Orlando, che in quella struttura ha lavorato fino alla fine dello scorso novembre. E che ora si trova, come dice lui stesso, «nello scomodo duplice ruolo di esponente politico di Sinistra Italiana, che da tempo lamenta e segnala la situazione insostenibile nel centro di accoglienza, e di ex lavoratore di una delle ditte che fornivano servizi a Conetta».
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