Da Marghera due petizioni: «Salviamo dalla rovina la chiesetta della Rana»

Giovedì 12 Agosto 2021 di Giacinta Gimma
Da Marghera due petizioni: «Salviamo dalla rovina la chiesetta della Rana»

MARGHERA - Due petizioni nell'arco di un paio di mesi. Dopo la raccolta di firme, avviata a giugno e che è stata sottoscritta da quasi 600 cittadini, il gruppo Facebook Margherini doc lancia un appello e una petizione per sollecitare il recupero della chiesetta della Rana, in quanto sigillo di storia margherina.

E, proprio per attestare che il restauro del tempio cinquecentesco alla fine di via Fratelli Bandiera, permetterebbe di tutelare un bene di valore storico, inserisce il testo della raccolta firme nel secondo numero de La Cisterna, la rivista on line curata dal gruppo Facebook, nato nel 2009 e che conta oggi 6.900 iscritti.


LA RICOSTRUZIONE

Nelle pagine della pubblicazione, viene riassunta la storia della chiesa dedicata alla Beata Vergine delle Grazie, ma conosciuta come chiesetta della Rana perché appartenente alla tenuta dei nobili Rana che si sono stabiliti nella zona di Bottenigo già al tempo dei Romani. Nell'appello, contenuto ne La Cisterna i promotori di Margherini doc (amministratori Massimo Montefusco, Vittorio Baroni, Gabriella Traini, Lucia Giugie e Michele Eto Borsetto) si rivolgono, in primis, al sindaco, al presidente dell'Autorità Portuale e al Patriarca oltre al presidente della Regione e al ministro della Cultura. A loro rivolgono un «accorato appello» perché prendano a cuore e agiscano per «salvare questo importante simbolo della storia di Marghera». «Richiamiamo tutti si legge nel testo dell'appello - ad intervenire con senso di responsabilità per preservare la memoria culturale del nostro territorio già candidato a diventare capitale mondiale della Sostenibilità».


FIRME E PETIZIONI

E che esista un'attenzione al tempio di via Fratelli Bandiera è scritto già nelle 600 firme raccolte tra giugno e luglio in calce ad un'altra petizione che aveva visto la consigliera municipale Carla Urlando tra i promotori e i primi firmatari. E anche il gruppo Facebook Margheraoggi2.0, in primavera, aveva avviato una campagna di sensibilizzazione sulla salvaguardia del luogo di culto. Del resto, la chiesetta, che nel 1954 era stata destinata, nella sua parte retrostante, ad officina meccanica, è sottoposta al passaggio del traffico e dei camion, e i timori per la tenuta statica sono sempre maggiori. Timori che sembravano fugati nel 2015 quando ne era stato deciso il restauro e il recupero a funzioni comunitarie, con un accordo tra l'Autorità portuale, la Municipalità, la Curia veneziana e la Soprintendenza. Ma quell'accordo (i finanziamenti dovevano giungere dall'Autorità Portuale) non è mai stato messo in atto. E resta alto il rischio di perdere un luogo significativo anche per le vicende storiche come il martirio di un sacerdote-patriota della Rana don Ambrogio Demetrovich, di origini saracine, caduto, nel 1848, sotto i colpi di fucile degli austriaci e per l'impegno di tanti, come Angelo Simion, l'infermiere di Ca' Emiliani oltre che il procuratore religioso del territorio che tanto si era speso per la cura della chiesetta. Chiesetta che oggi a stento rimane in piedi.
 

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